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Dopo la partita vinta in campionato contro il Cagliari, Fiorentinanews.com ha contattato Jedaias Capucho Neves, meglio conosciuto come Jeda (che, ricordiamo, è attualmente il secondo miglior marcatore straniero della storia della Serie B), ex tra le altre squadre proprio della compagine sarda, per analizzare quel che è avvenuto contro la Fiorentina. In più, essendo rimasto molto vicino anche ad un’altra sua ex compagine, il Lecce, ne abbiamo approfittato per parlare con lui di Marin Pongracic che, per il momento, non si è visto molto per varie vicissitudini con la maglia viola addosso.

Che partita è stata Fiorentina-Cagliari secondo lei? 

"Devo dire che il match è stato gestito bene dal Cagliari, che però nulla ha potuto davanti all’impeto della Fiorentina del primo tempo, che ha sfruttato il fatto di giocare in casa e poi con Bove avevano una sorta di missione da raggiungere in suo onore. A proposito, spero davvero di cuore che il calciatore recuperi del tutto da questo guaio di salute. I sardi comunque non sono stati messi davvero alle corde, ma a loro è mancata convinzione davanti. Firenze è una di quelle trasferte così difficili, dove trovare tante occasioni è impossibile. Quindi, se ti capita qualche potenziale chance, la devi sfruttare".

Vincere queste gare così combattute vale ancora di più, non è forse vero per la sua esperienza da calciatore?

"Assolutamente sì e grande merito va dato a Palladino. Continuo e continuerò a dire, quando ci sono squadre che cambiano allenatore, oppure tanti giocatori, come la Fiorentina, che bisogna dare il tempo ai tecnici di poter lavorare. Avete visto che differenza di risultati con la Roma, che invece ha cambiato subito allenatore? Bisogna dare tempo loro di creare l’amalgama e di sviluppare il proprio progetto tecnico calcistico. Assurdo quello che è successo nella capitale con De Rossi; alla Fiorentina, invece, hanno saputo aspettare in maniera virtuosa".

L’avvio di stagione di Pongracic è stato difficoltoso tra errori e, soprattutto, guai fisici. Quanto potrà dare alla Fiorentina appena si sarà ripreso?

"Secondo me è un grande difensore, davvero forte. Provando a descrivervelo, è bravo in marcatura, concentrato nell’uno contro uno, conosce i tempi giusti d’intervento per un difensore ed è ottimo anche nell’impostazione con i piedi. E, da quello che lo posso giudicare, ha ancora ampi margini di miglioramento. Purtroppo, alcuni giocatori sono sfortunati con i guai fisici e lui è uno di questi. Ma appena li avrà risolti, darà tantissimo alla squadra viola".

Lei che lo ha seguito nelle due stagioni a Lecce, può quindi garantire sul suo rendimento?

“Certo, anche perché a Lecce era il perno della difesa, quando mancava si sentiva la sua assenza ed ancora oggi si vede che in Salento non c’è più. Avendolo visto giocare in Puglia, soprattutto l’anno scorso, posso dire che sarà in grado di aggiungere qualcosa in più alla già forte Fiorentina (anche se è ovvio che si tratta di due ambienti diversi, con ambizioni differenti)”.

Lei ha appena parlato di una Fiorentina forte. In questo campionato così strano e combattuto (con tante squadre in pochi punti), vede concreta la possibilità che la Viola riesca a raggiungere un piazzamento valido per giocare la Champions League della prossima stagione?

“Come ha giustamente fatto osservare lei, il campionato è equilibrato. Poi manca tantissimo alla fine, tanti scontri diretti in particolare. La Fiorentina ha entusiasmo e corre tanto: ora bisogna capire quanto ne abbia per reggere come organico e come gioco a questo ritmo per tutta la stagione. Non sarà facile, ma almeno in lotta per un piazzamento che possa valere la Champions ce la vedo assolutamente”.

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