Morte Astori, ipotesi di falso per tre indagati
La procura di Firenze ha chiuso anche il secondo filone di indagine sulla morte di Davide Astori, il capitano della Fiorentina trovato senza vita il 4 marzo del 2018 nella sua camera di albergo a Udine, dove era in ritiro con la squadra. Come specifica La Repubblica, gli inquirenti hanno fatto notificare l’avviso di conclusione indagini a tre indagati, il professor Giorgio Galanti, in veste di direttore sanitario della Medicina dello Sport dell’azienda ospedaliero universitaria di Careggi, Pietro Amedeo Modesti, che gli è succeduto nell’incarico, e il medico dello sport Loira Toncelli. I pm fiorentini ipotizzano il falso materiale in relazione a un referto medico relativo allo strain - parametro specialistico per valutare le condizioni del cuore- , "apparentemente redatto nel 2017" con il quale si attestava svolgimento e valutazione dell’esame. Il documento non era stato trovato nella prima perquisizione, motivo per cui ha preso campo l’ipotesi del falso.
Toncelli, assistita dall’avvocato Vincenzo De Franco, quando è stata ascoltata in procura ha risposto alle domane degli inquirenti e si è difesa sostenendo di non aver redatto alcun referto medico falso. Anche Giorgio Galanti, difeso dall’avvocato Sigfrido Fenyes, ha negato la circostanza mentre Pietro Amedeo Modesti - assistito dall’avvocato Mario Taddeucci Sassolini - ha scelto di non presentarsi davanti ai pm. Per la tragedia del capitano della Fiorentina è ancora corso il processo con rito abbreviato, per omicidio colposo, che vede come unico imputato Giorgio Galanti. Secondo la Procura, la patologia silente che affliggeva Astori poteva essere intercettata in tempo. Galanti, in particolare, avrebbe certificato l’idoneità sportiva senza prendere nella dovuta considerazione alcune anomalie evidenziate durante le prove da sforzo. Archiviate invece le accuse nei confronti del professor Francesco Stagno di Cagliari, finito in un primo momento sul registro degli indagati sempre per omicidio colposo.
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