L'ALFABETO DELL'EPOPEA (NON PROPRIO EROICA) DELLAVALLIANA
Ambizione - Termine continuamente sbandierato dai Della Valle senza, però, mai aggiungere la specifica: a cosa ambivano realmente è rimasto imperscrutabile.
Benalouane – Un bidone (nel vero senso della parola) di acqua gelata sugli ardori dei tifosi che cantavano “Salutate la capolista”.
Calciopoli – Marchio di infamia, purtroppo incancellabile, nella storia viola.
Davide Astori – Il dramma, la commozione, l’occasione mancata per una riconciliazione con Firenze.
Europa – Un’astinenza pesante.
Florentia Viola – C’era una volta una squadra fallita e sull’orlo dell’estinzione… L’inizio di una bella storia, purtroppo senza lieto fine.
Gubbio – Un monito, un orgoglio, una minaccia. Ora solo un ricordo
SalaH - Uno dei giocatori più forti del mondo fatto volare via. Causa legale a sprezzo del ridicolo.
Investimento – Nuovo stadio, “Cittadella viola”, centro sportivo, area di Castello, Mercafir, 450 milioni. Un mucchio di balle.
Liverpool - Vittoria sui reds a casa loro (dicembre 2009 in Champions) nel leggendario Anfield Road con le reti di Jorgensen e Gilardino. Che notte, ragazzi!
Mario Gomez – La spesa più ingente per la delusione più cocente.
Napoli e la finale maledetta – La Coppa Italia a portata di mano che sfuma anche per circostanze mai chiarite.
Ovrebo – Ah, se ci fosse stato il Var.
Progetto – Parola tanto abusata quanto ormai invisa ai tifosi. Piano, prospetto, scopo, intento ma che nessuno pronunci più quella parola legata ai destini della Fiorentina per almeno un lustro.
Quattro a due alla Juve – Pepito uno, due e tre, con ciliegina di Joaquin: quando la realtà supera la fantasia. Sballo, delirio, overdose di felicità allo stato puro.
Rosiconi e leccavalle – La colpa più grave: aver diviso la comunità viola come mai accaduto prima e aver pervicacemente insistito, fino all’ultimo giorno (e anche dopo) in questo sterile giochino.
Spareggio col Perugia – Dalla sofferenza all’estasi: grazie Fantini.
Toni – Bomberissimo: un gol ad ogni sguardo di palla: da -15 all’Europa League.
Uno-nove-due-sei – Il numero della contestazione, continua, insistente, talvolta volgare, ma sempre civile. E alla fine vincente.
Vendita – L’ultima presa di giro, l’ultima mistificazione: “Abbiamo messo in vendita la società, ma non si è presentato neanche lo scemo del villaggio”.
Zero titoli – La bacheca resta vuota.
E quindi uscimmo a riveder le stelle. E le strisce. L’”american dream” può iniziare.
Benalouane – Un bidone (nel vero senso della parola) di acqua gelata sugli ardori dei tifosi che cantavano “Salutate la capolista”.
Calciopoli – Marchio di infamia, purtroppo incancellabile, nella storia viola.
Davide Astori – Il dramma, la commozione, l’occasione mancata per una riconciliazione con Firenze.
Europa – Un’astinenza pesante.
Florentia Viola – C’era una volta una squadra fallita e sull’orlo dell’estinzione… L’inizio di una bella storia, purtroppo senza lieto fine.
Gubbio – Un monito, un orgoglio, una minaccia. Ora solo un ricordo
SalaH - Uno dei giocatori più forti del mondo fatto volare via. Causa legale a sprezzo del ridicolo.
Investimento – Nuovo stadio, “Cittadella viola”, centro sportivo, area di Castello, Mercafir, 450 milioni. Un mucchio di balle.
Liverpool - Vittoria sui reds a casa loro (dicembre 2009 in Champions) nel leggendario Anfield Road con le reti di Jorgensen e Gilardino. Che notte, ragazzi!
Mario Gomez – La spesa più ingente per la delusione più cocente.
Napoli e la finale maledetta – La Coppa Italia a portata di mano che sfuma anche per circostanze mai chiarite.
Ovrebo – Ah, se ci fosse stato il Var.
Progetto – Parola tanto abusata quanto ormai invisa ai tifosi. Piano, prospetto, scopo, intento ma che nessuno pronunci più quella parola legata ai destini della Fiorentina per almeno un lustro.
Quattro a due alla Juve – Pepito uno, due e tre, con ciliegina di Joaquin: quando la realtà supera la fantasia. Sballo, delirio, overdose di felicità allo stato puro.
Rosiconi e leccavalle – La colpa più grave: aver diviso la comunità viola come mai accaduto prima e aver pervicacemente insistito, fino all’ultimo giorno (e anche dopo) in questo sterile giochino.
Spareggio col Perugia – Dalla sofferenza all’estasi: grazie Fantini.
Toni – Bomberissimo: un gol ad ogni sguardo di palla: da -15 all’Europa League.
Uno-nove-due-sei – Il numero della contestazione, continua, insistente, talvolta volgare, ma sempre civile. E alla fine vincente.
Vendita – L’ultima presa di giro, l’ultima mistificazione: “Abbiamo messo in vendita la società, ma non si è presentato neanche lo scemo del villaggio”.
Zero titoli – La bacheca resta vuota.
E quindi uscimmo a riveder le stelle. E le strisce. L’”american dream” può iniziare.
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