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Tra i vari progetti finalisti per il concorso del restyling di Campo di Marte e dello stadio Artemio Franchi, c'è stato anche quello presentato da Ipostudio Architetti e Eutropia Architettura, classificatosi terzo. Il capogruppo del progetto è Carlo Terpolilli, architetto e socio fondatore di Ipostudio. Fiorentinanews.com lo ha contattato per scoprire di più sul progetto presentato e sulla sua idea di nuovo Artemio Franchi.

Oltre al vincolo, di cui abbiamo parlato, della capienza dello stadio e al mantenimento di alcuni elementi del vecchio Franchi, c'era qualche altro "limite" che dovevate rispettare nel progetto?

"Già questi erano elementi che potevano mettere in crisi gran parte degli architetti. Il tema era restaurare Nervi togliendo tutte quelle aggiunte, discutibili, fatte per Italia '90. Per esempio le pensiline aggiunte alla copertura storica della parte monumentale. Gli spogliatoi e la logistica l'avevamo pensata sotto il campo da calcio, come se fosse un tetto pensile. Tutto per controllare il manto erboso e l'irrigazione del campo. E poi dovevamo tenere conto dei musei e tutti i servizi necessari per uno stadio moderno".



Oltre al restyling del Franchi, il progetto comprende anche la riqualificazione del quartiere di Campo di Marte.

"Esatto e noi abbiamo pensato al progetto partendo proprio dal quartiere. La prima operazione è stata quella di aumentare il verde pubblico di modo da collegare la parte nord alla parte sud della zona attraverso questo grade parco urbano. Una cosa molto importante erano appunto questi diversi ettari di verde che separavano la parte dell'Affrico, più legata all'ambito dilettantistico, da quella dello stadio Franchi".



Parliamo del vostro gruppo di lavoro. È una realtà prettamente fiorentina...

"All'interno del nostro gruppo, formato da Ipostudio Architetti e Eutropia Architettura, c'erano tre generazioni di architetti fiorentini. Tra di noi non c'erano grandi nomi stranieri. Non per cattiveria, ma per dire che Firenze ha le risorse tecniche, culturali e morali per affrontare un tema così importante come quello dello stadio. È un peccato non aver vinto, perché sarebbe rimasto tutto a Firenze. Abbiamo già lavorato a lavori in città come l'Ospedale degli Innocenti o il nuovo ingresso di Careggi. Senza nazionalismo vari, ma sarebbe stata una bella opportunità per la città fiorentina".



Un commento finale?

"La cosa che dispiace è che una volta annunciato il vincitore, il resto è come se appartenesse al passato. Questa poteva essere un'opportunità per aprire un dibattuto anche con gli altri progetti sullo stadio, facendo per esempio una mostra. Ci sono i disegni, le foto, ma sarebbe interessante spiegare i lavori e raccontare l'esperienza che abbiamo fatto".

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