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Dell’ultima intervista del presidente della Fiorentina, Commisso, ci è piaciuto tanto, soprattutto il merito che si è dato: quello di aver difeso sempre l’allenatore. Partiamo da qui. E’ lo stesso grande merito che gli diamo noi: Commisso, in questi anni, ha avuto appunto una grande qualità, in controtendenza rispetto al calcio italiano. Quella, nei momenti delicati, di fare da scudo. Nei confronti dei suoi dirigenti, dei suoi tecnici, dei suoi calciatori. Di tutti o quasi, fino all’ultimo. Solo con Antognoni, per andare un po' a memoria, è andata diversamente. E ci piacerebbe un giorno capire perché. 

Ma torniamo ad Italiano. Come con Iachini, allenatori diversi, ma sempre tenuti in grande considerazione anche quando era più semplice dar spazio alle chiacchiere. E poi il merito dato a Pradè, per la scelta dell’ex Spezia. Non lo avrebbero evidenziato in tanti, anzi forse quasi nessuno. Soprattutto in un momento cosi buono. Chapeau.

 Ci è piaciuto anche il non voler alzare ufficialmente l’asticella, il far capire che questa Fiorentina può e deve fare di più rispetto al passato, senza però ‘impiccarsi’ con dichiarazioni che nel calcio non fanno mai bene. Ci sono piaciuti i toni e l’orgoglio per un Viola Park che sicuramente è costato soldi, sudore e fatica, ma che è impossibile non ammirare. 

Poi c’è il Commisso dei divieti, dei cinghiali trattati cosi, del considerare sempre poco che, oltre alla Fiorentina, c’è tutto il resto. Per fortuna, aggiungeremmo. Ci sono le persone, ci sono gli animali, c’è altro. Ma questo è un discorso diverso, già affrontato. Oggi, in questo articolo, parliamo soltanto dell’aspetto tecnico. Di quanto in questo momento il gruppo, lo spogliatoio, la squadra, stiano tirando fuori il meglio, grazie anche alle sicurezza, alla presenza, all’abilità di questo presidente che riesce a delegare, a complimentarsi, ad avere un atteggiamento nei confronti dei suoi ‘dipendenti’ diverso da tutti gli altri.

In questo momento sta facendo la differenza, lo dicono i risultati, lo dice il campo, lo dicono i rinnovi contrattuali di questi giorni e la voglia di Fiorentina che si sta allargando a macchia d’olio. Riportare la gente allo stadio, vedere le persone aggrappate alle recinzioni del nuovo centro sportivo per vedere gli allenamenti o quel che si riesce, ci piace. Altre cose meno. Ma la speranza è appunto quella, un giorno, di ritrovare la giusta pace. Per il bene di tutti, ma soprattutto per il bene comune: quello viola.


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