Lo sguardo attento di Vincenzo Italiano. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com
Lo sguardo attento di Vincenzo Italiano. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Christensen: 5 Dopo il terzo gol subito su tre tiri tra Lecce e Inter, arrivano anche le prime parate in Italia per lui. A scaldargli i guantoni sono Bastoni prima e Calhanoglu poi. La paratona fatta su colpo di testa di Martinez dovrebbe dargli tranquillità e fiducia, in realtà poi c'è la papera sul 3-0 con palla non trattenuta e rigore commesso su Thuram a ‘sporcare’ la sua prestazione. 

Dodô: 4 Dimarco va ad un altro passo, su altre frequenze che il brasiliano in questo momento non può neanche sognare di tenere. E' anche poco lucido in possesso di palla. Necessiterebbe di un paio di settimane per poterci lavorare sopra senza esporlo a queste figure.

Milenkovic: 4,5 Si fa prendere dall'eccesso di leziosità tanto diffuso all'interno della sua squadra. Di tacco, regala un contropiede all'Inter che, per poco, non porta Thuram al raddoppio e alla doppietta personale. Ci prova a stare sui passi di Lautaro: niente da fare nemmeno per lui che viene anticipato e beffato. 

Ranieri: 5 Vive una situazione dove non è facile nemmeno galleggiare per un difensore, perché gli arrivano avversari da tutte le parti. Una, due, tre volte, finisce di sbandare pure lui che nelle prime partite stagionali era stato molto positivo. 

Biraghi: 4 Si perde completamente Thuram e per il francese è gioco facile portare i suoi in vantaggio. Ci sono praterie dalla sua parte anche nel contropiede del raddoppio: Ranieri esce per cercare di contenere il contenibile, l'argentino resta da solo perché non da quella parte l'aiuto è in ritardo. Ma è in una di quelle serate in cui non contiene e non spinge. 

Bonaventura: 5 Quanto si piacciono lui e Arthur. L'azione dell'1-0 Inter nasce da una serie di tre palloni persi sulla trequarti da lui e dal brasiliano. Va bene la costruzione del gioco, va bene avere confidenza con le proprie doti tecniche, ma quando si è in difficoltà esistono anche altre soluzioni. E poi tacchi inutili e altre amenità. Infantino: 5 Potevamo dargli anche senza voto, per il fatto che ha la sfortuna di entrare in campo in un momento in cui la partita è già finita con largo anticipo.

Arthur: 5 Boccheggia, ma senza Maxime Lopez non può permettersi (ancora) di tirare il fiato. Amatucci: SV. Benvenuto (si fa per dire) in Serie A. 

Mandragora: 4,5 I giocatori presenti nel centrocampo nerazzurro, fanno risaltare pienamente la differenza che intercorre tra giocatori di livello e quelli destinati a galleggiare e a fare, ogni tanto delle buone prestazioni, intervallate da altre mediocri. 

Gonzalez: 5 Si presenta al limite dell'area, potrebbe calciare e invece regala palla e contropiede del raddoppio all'Inter. Era e resta l'unico giocatore di un certo livello della Fiorentina, stavolta però le idee annebbiate ce l'ha pure lui e non solo nella circostanza che abbiamo raccontato. Brekalo: SV.

Beltran: 5 Si perde nella magnificenza di San Siro, dove sparisce e non tocca palla per 45 minuti. Chiaro, senza il supporto e l'assistenza dei compagni non può sperare molto di più, ma non fa molto per entrare in gara. Magari a supporto di Nzola sarebbe potuto essere più utile e partecipe, ma da questo orecchio Italiano non ci sente proprio. Nzola: 5 Più o meno la stessa situazione vissuta dall'ex River. D'altronde se nessuno agisce per cambiare le condizioni di base (dare più assistenza agli attaccanti rimodulando la squadra) come si può sperare che qualcosa accada? 

Kouame: 5 Incide poco e difatti dopo 45 minuti già lascia il campo. Sottil: 5 Qualche sussulto prima di rintanarsi nel buio in cui vive oggi tutta la squadra.

Italiano: 4,5 Ok, ci sono delle nette differenze tra la rosa dell'Inter e quella, cambiata molto ma rimasta incompleta della Fiorentina. Ma probabilmente c'era un tifoso anche nel parterre di San Siro a deconcentrarlo. Tra le scelte iniziali e soprattutto quelle a partita in corso, il tecnico ci ha messo molto del suo in questo pesante KO. 


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