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Torniamo indietro di quattordici mesi, quando la fascia sinistra della Fiorentina era scoperta e senza un padrone. A sorpresa Pantaleo Corvino concluse l'acquisto di Cristiano Biraghi dal Pescara in prestito con obbligo di riscatto: un innesto che fece storcere il naso a molti, in quanto l'attuale terzino viola non aveva impressionato granché nell'annata in Serie A, culminata con la retrocessione in B del club biancoazzurro. L'idea generale è che Biraghi si sarebbe dovuto giocare il posto con Maxi Oliveira, ma al Cristiano viola è bastato ben poco per superare l'uruguaiano nelle gerarche di Pioli e conquistarsi un posto fisso negli undici titolari della Fiorentina.

Non è stato un percorso semplice: come dimenticare la trasferta di Verona e gli insulti alla famiglia del giocatore? Ma Biraghi ci ha messo sempre il massimo impegno, credendo nelle proprie potenzialità e in quelle della squadra di Pioli. Partita dopo partita è cresciuto, limando i difetti difensivi che tutt'ora ha e salendo di livello in fase offensiva: la sua spinta sulla sinistra è uno dei segreti meno nascosti della Fiorentina attuale, frutto anche della difesa a quattro che in fase di manovra diventa a tre e mezzo. Una crescita culminata con il primo gol con la maglia viola, un sinistro che vale i tre punti contro il Chievo su assist di Davide Astori, che sette giorni dopo ci lascerà in un hotel di Udine.

Da quel giorni Biraghi gioca anche per il suo Capitano e l'ulteriore crescita messa in mostra nell'ultimo periodo, culminata con il gol decisivo contro la Polonia, non può che essere dedicata a lui. Il numero tre della Fiorentina rappresenta il classico esempio del giocatore che ce l'ha fatto non per le abilità innate, ma per la voglia e per la determinazione messe in mostra durante tutto l'arco della carriera. Da Pescara alla Nazionale passando per la Fiorentina, Biraghi non ha intenzione di fermarsi e ha già messo nel mirino i prossimi obiettivi: l'Europa con la Fiorentina e l'Europeo del 2020 con l'Italia.


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