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Non l'avevamo mai visto arrabbiato. Per lo meno durante un'intervista. Ieri abbiamo visto anche questo lato di mister Palladino, che parlando con i giornalisti di Radio RAI, non ha gradito i termini “scarti” e “riserve” usati per le domande, prima di lasciare anzitempo l'intervista (LEGGI QUI). 

Nessuna differenza

“I giocatori li amo tutti, li ho scelti insieme alla società. Non sono d'accordo con questi termini. Sono offensivi per i miei calciatori”. Questa la secca risposta di Palladino, che ha dato un segnale chiaro dopo una vittoria che ha portato la squadra viola ai vertici della classifica di Serie A: non vuole sentir parlare di differenze tra i suoi ragazzi, nonostante il campo e le scelte mostrino oggettivamente una prima e una seconda linea viola. 

Uno spogliatoio che conosce bene

Palladino sa bene cosa vuol dire gestire lo spogliatoio a livello psicologico, perché solo pochi anni fa c'era dentro ed era dall'altra parte. Sa che se vuole il 100% dai suoi ragazzi non può permettere che gli stessi giocatori si distraggano o si facciano influenzare dalle analisi esterne. Lo si è visto ieri, con l'ingresso in campo di Kouamé, Parisi, Kayode, che hanno lottato su ogni pallone come se fosse l'ultimo per finire il lavoro iniziato dai compagni e portare a casa la partita, con un atteggiamento totalmente diverso da quello visto a Nicosia. 

Così il turnover può funzionare

Così il turnover misto può funzionare e essere utile per questa Fiorentina, che ora ha bisogno di riposo prima di un altro tour de force. Serviranno tutti, inevitabilmente. Babbo Palladino (guai a chi dice papà) fa da scudo sul “suo” gruppo. Tutto sembra funzionare alla perfezione.  

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