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"La famiglia Della Valle con me è sempre stata correttissima e mi ha voluto bene. Ho lavorato bene con Mencucci e Macia che mi hanno portato in viola e poi con Rogg e Angeloni. A livello societario e aziendale, la Fiorentina è un esempio, una macchina quasi perfetta. L’unico problema è stato il “demotivatore o l’omo nero” come veniva chiamato in società… e penso pure adesso". 7 aprile 2017, quel giorno uscì sul Corriere dello Sport-Stadio un'intervista con l'ex dirigente della Fiorentina, Daniele Pradè. Il nome di quel personaggio soprannominato 'demotivatore' e 'omo nero' non venne mai fatto esplicitamente dallo stesso Pradè ma bastò veramente pochissimo per capire a chi si riferisse.

Uno di quelli che, terminata l'esperienza dei Della Valle, non sarà più all'interno della società, a differenza di quanto invece accadrà per lo stesso Pradè il cui ritorno a Firenze è stato appena annunciato. Per lui scocca il momento della rivincita, almeno nei confronti dell'innominato e innominabile.


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