La Fiorentina ha bisogno del suo DIECI e Gudmundsson ha bisogno di giocare: un matrimonio che deve ancora ingranare
Albert Gudmundsson, la punta di diamante del mercato estivo della Fiorentina, sta vivendo un periodo molto complicato, che si riflette anche sulle prestazioni della squadra intera. Il talento islandese ha avuto pochissime occasioni di far vedere tutte le sue qualità, essendo stato frenato da due infortuni che gli hanno permesso, finora, di racimolare solo 444 minuti (l'equivalente di poco meno di 5 partite intere).
L'acquisto più costoso della storia della Fiorentina proveniva da una stagione incredibile, con 16 gol e 5 assist in 37 partite che avevano garantito al Genoa una salvezza più che tranquilla: la lunga saga per portarlo a Firenze si è finalmente conclusa a metà agosto, ma il ragazzo non si è visto in campo fino al 22 di settembre: alzi la mano chi, dopo la doppietta contro la Lazio, non si è convinto di avere tra le mani un giocatore di qualità superiore. Sogno che, però, si è spento meno di un mese dopo, quando al sesto minuto di Lecce-Fiorentina ha chiesto il cambio per un fastidio al bicipite femorale che lo ha tenuto lontano dai campi per un altro mese e mezzo. Ma quello visto dal suo rientro sembra un parente lontano del Gudmundsson visto a Genova (o contro la Lazio): pur tenendo conto del periodo traballante che sta vivendo la Fiorentina, il suo numero 10 non ha ancora avuto modo di tirare fuori le sue qualità con regolarità.
Nei momenti difficili, è il campione che deve tirare fuori le qualità per trascinare i compagni: anche volendo, la sua gestione è stata centellinata al fine di preservarne l'integrità fisica il più possibile, di fatto limitandone anche i minuti in campo. Essendo rientrato il 4 dicembre, ci aspettiamo che il 2025 possa portare nuove certezze all'islandese, a partire dal suo ruolo in campo: può funzionare la sua convivenza con Beltran, sacrificando Colpani, dietro alla punta Kean? O riprenderà il suo posto da trequartista, spostando Beltran esterno? Tanti i quesiti ai quali una piazza esigente come Firenze vuole risposta: intanto, l'ultimo banco di prova dell'anno, a Torino contro la Juventus, potrebbe essere il primo passo per iniziare a rivederlo titolare con regolarità, in ottica di un girone di ritorno dove deve diventare lui il protagonista di questa Fiorentina.