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Non sono fra quelli che pensano che la Soprintendenza sia un ente inutile dove vanno a lavorare dei mangia pane a ufo. Anzi, credo che se l’Italia ha un patrimonio paesaggistico, storico, culturale, archeologico di valore inestimabile è anche perché c’è e c’è stato chi si è premurato di tutelarlo contro ogni appetito inconsulto. 

La sciagurata ipotesi e l'originalissima deduzione della Soprintendente

Tuttavia le dichiarazioni sullo stadio Franchi, talvolta hanno fatto vacillare questa mia convinzione. L’ultima risale al 10 novembre scorso ed è della neo soprintendente Antonella Ranaldi. Commentando la sciagurata ipotesi che il Franchi possa restare con una copertura a metà (Tribuna e Curva Fiesole) Ranaldi si è lasciata sfuggire un "sarebbe forse migliorativo dal mio punto di vista" del progetto di modifica dell’impianto comunale. Aggiungendo subito dopo: “Capisco che gli spettatori vorrebbero stare al coperto”. Interessante quanto originalissima deduzione. 

Ho atteso qualche giorno per commentare, nella speranza di una smentita, una rettifica, quanto meno una precisazione. Anche il consueto e un po’ abusato: “Sono stata male interpretata”. Invece niente. La soprintendente è proprio convinta che il Franchi coperto a metà sarebbe più bello. Vorrei sentir ribadire il “suo punto di vista” seduta in Maratona mentre piove a catinelle.

 

Copertura fondamentale

Non mi addentro nel giudizio estetico su una copertura parziale dello stadio. Però su quello funzionale sì. Se c’è un aspetto che interessa ai tifosi nel progetto di stadio nuovo, ristrutturato, restaurato, abbellito, spostato, scegliete voi il tipo di intervento, al primo posto sta indubbiamente il non essere più esposti alla pioggia. Poi, ovviamente, si chiedono tribune più vicine al terreno di gioco, servizi igienici che non siano da favelas, sedute ergonomiche, qualche centimetro in aggiunta per le gambe di chi è alto più di un metro e cinquanta, bar e ristori accattivanti. 

Meglio un ombrello a pallini che prendere la pioggia

La priorità, però, è non uscire dal Franchi zuppi come se si fosse caduti vestiti nella fontana del Biancone. Un tempo allo stadio vendevano per poche lire i “se non piove pioverà”. Praticamente dei sacchi di plastica in cui uno si rinvoltava. A Pitti avrebbero storto il naso (forse). Ma meglio prendere la pioggia o ripararsi con un ombrello anche se rosa e a pallini verde pisello?

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