Con il virus siamo punto e a capo, ma un dubbio resta
Sono passati ormai due mesi da quando la Serie A, ha conosciuto il suo primo contagiato da Coronavirus. Era il tardo pomeriggio dell'11 marzo, in pieno lockdown, quando la Juventus comunicava la positività al tampone di Daniele Rugani. Anche la Sampdoria poco dopo fece sapere dei primi tamponi risultati positivi. Due giorni dopo la Fiorentina le seguiva a ruota, annunciando il suo primo contagiato Vlahovic, poi Pezzella e Cutrone.
Nelle settimane seguenti le acque sembravano essersi calmate, con la guarigione dei giocatori e con la curva epidemiologica che continuava e tuttora continua a dare segnali positivi in ribasso. Tutto stava procedendo spedito verso la ripresa del campionato, mentre molti altri sport avevano già chiuso i battenti. Qualche giorno fa la doccia fredda: altri 8 giocatori di Serie A sono risultati positivi tra Torino, Sampdoria e Fiorentina.
La cosa ambigua è che le società più colpite due mesi fa (Fiorentina e Samp) dal COVID-19 sono le più colpite anche oggi. I tamponi risultano positivi praticamente solo a Firenze e a Genova. Coincidenze? Ce lo auguriamo, ma sembra molto strano. Nonostante ciò, i problemi con il virus nel mondo del calcio di due mesi fa rimangono, purtroppo, anche oggi, seppur il livello di attenzione e la prevenzione adesso è molto più alto. Quasi tutte le squadre hanno potuto far riassaporare il campo ai propri giocatori, ma il virus c’è ancora e minaccia la Serie A. E ora? La cosa certa è che purtroppo, siamo punto e a capo.