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Delle due l’una: o alla Fiorentina si è incapaci di trovare un centravanti, oppure è il gioco della squadra che è incapace di trovarlo.  

Tanti nomi…e tanta sterilità offensiva

Ormai sotto la gestione di Italiano hanno vestito la maglia viola ben sette numeri nove. L’unico che è riuscito a segnare con strabiliante continuità è stato Vlahovic. Dopo di lui ci hanno provato Kokorin, Piatek, Cabral, Jovic, Nzola, Beltran. Giocatori con storie e caratteristiche diverse, accomunati da un minimo comun denominatore: la sterilità offensiva appena ingaggiati dalla Fiorentina. Eppure alcuni di loro un attimo prima di arrivare a Firenze, segnavano gol a grappoli. Di altri i super esperti tessevano lodi sperticate indicando il Franchi come lo stadio giusto nel quale rilanciarsi. 

Qualcuno doveva essere rimesso in forma, qualcun altro andava aspettato, qualcun altro ancora si sarebbe sbloccato da un momento all’altro… Risultato? Gol col contagocce. Anzi, in questa stagione non serve neanche il contagocce perché dai centravanti, in 13 partite, è arrivato un solo gol.

Probabilmente nessuno di loro si avvicina neanche lontanamente a bomber doc come Batistuta, Toni, Gilardino, ma possibile che siano così scarsi? Così incapaci di schiaffare in rete un pallone che sia uno? Davvero chi li ha acquistati ha preso lucciole per lanterne? 

Italiano si faccia qualche domanda

Forse Italiano, in grado di farsi apprezzare per alcune felici intuizioni, qualche domanda se la dovrebbe porre. E poi darsi anche una risposta. Convincente per sé e per gli altri, però. Se dopo ogni flop ci racconta di grandi prestazioni, di pioggia di occasioni create si va poco lontano. 

Per quanto si possa ipotizzare che il centravanti aiuti la squadra, la faccia salire, giochi di sponda, tenga la palla, alla fine il suo compito è segnare. Se questo non avviene è colpa sua o di chi lo manda in campo. La “prova del 9” non verifica solo il risultato di una moltiplicazione.


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