Così è se mi pare… - Lettera aperta a Fagioli (e Abodi pensi ai problemi suoi)

Caro Fagioli, mi permetta il tono confidenziale, anche se non ci conosciamo. Ho letto il suo sfogo dopo essere stato messo nuovamente al centro dell’attenzione per vicende, non propriamente edificanti, di due anni fa. Lei ha ragione: ha già pagato con un lunga squalifica e, probabilmente, vorrebbe cancellare quella parte del suo passato legata alla ludopatia e alla dipendenza dall’azzardo quando era ancora una ragazzo.
Seconda opportunità
La vita le ha dato una seconda opportunità che lei, almeno così pare, sta sfruttando con saggezza. Guardarsi indietro la turba, lo capisco. La situazione solleva interrogativi sull'approccio dei media e del pubblico nei confronti degli atleti che affrontano problemi di questo tipo. È fondamentale promuovere una cultura di comprensione e supporto, riconoscendo la vulnerabilità umana anche in figure pubbliche. Affrontare la ludopatia richiede un impegno collettivo per prevenire e trattare tali dipendenze, piuttosto che alimentare processi che si riaprono ad ogni post sui social.
Tuttavia la posizione di personaggio pubblico la espone a questo “martirio”. E’ l’altra faccia della medaglia rispetto ad aver avuto le possibilità, anche economiche, di poter uscire dal tunnel. Ci sono ragazzi, che come lei hanno attraversato momenti bui, ai quali una seconda possibilità, scintillante quanto la prima, non è stata data.
Il calcio è un palcoscenico
Chi vive e lavora su un qualunque palcoscenico, e il campo di calcio lo è, deve sapere che più gli applausi sono scroscianti quando si esaudiscono i desideri del pubblico, più i fischi e le invettive diventano atroci quando lo si delude. Nel calcio, inoltre, c’è la variabile tifo. I sostenitori della Fiorentina, che oggi si mostrano solidali con lei, pensa che farebbero lo stesso se fosse ancora un giocatore della Juventus? Magari sono gli stessi che nel 2023 la presero di mira al Franchi con cori e sfottò riguardo le scommesse. Il cambio di maglia è meglio di una sanatoria.
Il passato non si cancella. Gli errori si possono rimediare, le debolezze vincere. Ma la memoria resta. Bisogna che lei si abitui a conviverci. E, prima di tutto, faccia pace con se stesso. Se davvero si è messo tutto alle spalle, si perdoni. Serenità e tocco di palla vanno di pari passo.
Ps: Caro ministro Abodi, ho letto pure la sua richiesta di ostracismo dalle convocazioni in Nazionale per chi, come Fagioli, ha violato la legge, sportiva e non. Un’opinione che sarebbe rispettabile se avesse un retroterra di coerenza. Il Governo è una sorta di Nazionale-politica: mi pare che tra i suoi colleghi che ne fanno parte, ci siano alcuni elementi che di problemi con la giustizia ne hanno parecchi (e non per patologie). Loro continuiamo a convocarli?