Fiorentino, giovane e bravo, ma la favola di Martinelli deve essere trasformata in realtà. Una strategia poco chiara intorno al "portiere del futuro"
Tra un Terracciano che non convince e in attesa di capire quando scatterà l'ora di Christensen, in casa Fiorentina c'è un terzo portiere la cui situazione merita di essere analizzata. Parliamo ovviamente di Tommaso Martinelli, promosso ufficialmente in prima squadra anche se continuerà a giocare in Primavera salvo impegni in contemporanea o in caso di partite particolarmente importanti.
Su di lui, la Fiorentina ripone tante speranze ma proprio per questo bisognerebbe capire quale sia la strategia societaria. Se l'obiettivo è quello di lanciarlo nel giro di un anno o due, la situazione attuale sarebbe tutt'altro che utile: il campionato Primavera è quantomai distante dalla Serie A, mentre il ruolo di terzo portiere in prima squadra di fatto non gli permetterà di vedere mai il campo in gare ufficiali.
Le qualità fisiche e tecniche del ragazzo sono innegabili, così come le carenze da colmare (e ci mancherebbe altro, a 17 anni). Per crescere, però, non basta allenarsi e stare a contatto con i grandi: bisogna giocare, entrare nei ritmi dei professionisti, imparare a gestire la pressione di uno stadio pieno. Tutte cose che Martinelli potrebbe fare andando in prestito in Serie B o in C, ma ad oggi questa prospettiva non si pone.
L'errore più grande sarebbe quello di immaginare un nuovo caso Donnarumma (più unico che raro), proiettando Martinelli direttamente dalla Primavera alla titolarità in prima squadra. Sappiamo bene quanto sia esigente Firenze in fatto di portieri, e il rischio di bruciarlo sarebbe enorme. La speranza è che la società pianifichi con cura e intelligenza il futuro di questo ragazzo, onde evitare di sprecare una grossa opportunità. Fiorentino, giovane e bravo: un profilo da favola, che però bisogna trovare il modo di trasformare in realtà.