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Recita un vecchio modo di dire: meglio mangiare che stare a guardare. Se lo applicassimo al calcio e alle vicende della Fiorentina, potremmo dirci contenti per il fatto di avere la possibilità, in qualche maniera di poter rigiocare in Europa, anche se in quella Conference League che molti continuano a bistrattare. 

Le definizioni si sprecano sulla terza competizione per club introdotta dalla Uefa, ma esserci è sempre meglio che dover andare al cinema il giovedì, accontentarci di un film o di una serie alla tv, organizzare amichevoli per paesi, paesini e paesoni in giro per la Toscana. 

Fare parte del sistema, accumulare punti buoni per il ranking Uefa, costruirsi un'esperienza internazionale, farsi conoscere ad un più vasto pubblico in giro per il continente e magari avere la chance di rigiocarsi una finale (stavolta l'atto conclusivo verrà ospitato da Atene), sono tutti obiettivi che contano per una società come la Fiorentina

Eppure…eppure c'è chi proprio non ce la fa a capire questi semplici concetti, che preferisce il supplizio a fronte di un avventura che può anche rivelarsi per certi aspetti esaltante. Basti vedere i commenti che ci arrivano o basti leggere anche tante opinioni che vengono espresse sui nostri social. “Pensare al campionato per qualificarsi in Europa la prossima stagione, questa è solo una scocciatura”. Ma questa non è Europa? Tutti vorremmo che la Fiorentina fosse in Champions, in tantissimi che partecipasse all'Europa League ma la Conference non è un semplice contentino. E, che lo si voglia o no, è una competizione nella quale almeno una chance di vittoria ce l'hai. E, credetemi, non è poco

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