Caro Sottil, dove eravamo rimasti? Una continuità durata poche partite da riprendere al volo per convincere (finalmente) tutti
C'eravamo lasciati al Franchi, il 2 maggio in Conference League contro il Club Bruges, a un passo dal termine della stagione. Riccardo Sottil sembrava aver imboccato la strada giusta, con una continuità di prestazioni che lo aveva portato a siglare 2 gol e 2 assist nelle ultime 2 partite giocate. Poi l'infortunio alla clavicola e lo stop fino a fine stagione.
2 partite: un'inerzia, se confrontata all'intera stagione. Eppure in quei pochi, ultimi, minuti in campo (da titolare), l'esterno della Fiorentina sembrava aver trovato il feeling giusto con… Se stesso, con le sue giocate e con le sue qualità tecniche. Una fiducia nei propri mezzi che raramente e con poca continuità si è vista in questi anni.
In questa prima parte di ritiro Sottil sembra essere tra i più in palla, nonostante gli impegni per il momento siano quelli che sono. Palladino sembra volerci puntare molto. In fondo il profilo è quello di un ragazzo italiano, classe 1999, nato e cresciuto nel vivaio viola. La cosa più difficile, attesa ormai da diversi mesi, è quella di una consacrazione definitiva. Sono gli ultimi treni, ultimissimi. Tra l'agonizzante normalità e la voglia di emergere. A Firenze sperano tutti che per Sottil prevalga finalmente la seconda.