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In molti se lo saranno chiesti quando, esattamente un minuto dopo il suo ingresso in campo, ha colpito il palo a Dragowski battuto: Brekalo, perché soltanto adesso? In effetti quello del giocatore croato sembrava quasi un mistero, considerando che dal momento del suo arrivo a gennaio aveva visto il campo pochissimo. Prima i problemi fisici dichiarati dallo stesso Italiano, poi qualche spezzone di partita a significare che la forma c'era ma gli schemi nelle gambe probabilmente ancora no.

Anche se, in quella posizione di campo, gli schemi contano fino a un certo punto. Quello dell'esterno d'attacco è un ruolo di tecnica e fantasia, prerogative che Brekalo sicuramente possiede ma che hanno bisogno di continuità per essere rimesse in moto dopo tanti mesi senza giocare. Detto che Italiano vede i giocatori ogni giorno e ne sa sicuramente più di tutti, l'auspicio è che da ora in poi l'ex Torino trovi maggiore spazio nello scacchiere viola.

Un po' perché i titolarissimi hanno bisogno di riposo e la partita di sabato, con la squadra palesemente più lenta del solito, lo ha dimostrato. Un po' perché, posta l'intoccabilità di Nico Gonzalez, in quel ruolo gli interpreti non stanno brillando. Ikoné continua ad essere fine a sé stesso, Sottil manca sempre nello spunto finale, Kouame sembra ormai fuori dai giri e Saponara è adatto solo a un certo tipo di partite. E allora, perché non Brekalo? Fosse solo per sperare in una giocata come quella contro lo Spezia, che per poco non regalava alla Fiorentina la decima e storica vittoria consecutiva.

Gli sprint inarrivabili di Dodô, Brekalo mobile e propositivo. Duncan cade come un sacco di patate e a Sottil manca l'illuminazione
L’afflato vincente della Fiorentina si interrompe qui. E bisogna dire che, alla fine, è pure andata bene. Niente reco...

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