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Nicolò Zaniolo e la Fiorentina, un binomio che sembra già utopia. In effetti è ancora fantamercato: il club viola ha effettuato un semplice sondaggio, considerando i costi poco accessibili (almeno nell’immediato) e una concorrenza d’élite. Sarebbe, tuttavia, una sfida assai intrigante lavorare su un talento cristallino che deve ritrovarsi. Una possibilità scottante, ma non senza controindicazioni.

Ciò che Zaniolo è riuscito a fare a Roma, è bene o male già noto a tutti quanti. L’altra avventura in giallorosso riguarda i suoi ultimi sei mesi in Turchia, nel Galatasaray di Torreira e compagni che hanno vinto il titolo. Il classe ‘99 ha segnato 5 gol in 10 partite, uno ogni 70 minuti in campo, raccogliendo esclusivamente un terzo del minutaggio disponibile (350’ totali), discontinuo come il rendimento. Nel 4-2-3-1 di Okan Buruk, ha spesso giocato da esterno destro; il fallimentare esperimento da punta dura neanche sessanta minuti.

La figura da ‘antieroe’ incarnata da qualche anno si riflette in due prestazioni opposte. A Zaniolo la personalità non manca, si sapeva, ma è un fattore che emerge ulteriormente dalla doppietta siglata nel pesantissimo derby contro il Fenerbahce. Due gol arrivati subito dopo una squalifica di due giornate rimediata per uno sciagurato cartellino rosso. Non è una novità neanche il fatto che non sia il carattere più semplice da gestire nel panorama italiano.

Che l'eventuale investimento nasconda insidie e rischi considerevoli, è innegabile. Zaniolo è sempre stato abituato ad avere la licenza della libertà in mezzo al campo, a giocare sul limite dell'area di rigore pronto a fare quello che vuole con la palla tra i piedi. Non sarebbe alquanto aiutato da questo contesto tattico e forse neanche dal modulo, che prevede esterni in posizione fin troppo larga per lui. Sarebbe comunque coinvolto in un gioco che richiede la costante presenza di tutti.

Eppure come si fa a nascondersi dietro un dito. L'accostamento non può che affascinare, d'altronde è pur sempre difficile dimenticarsi l’imprevedibilità e l’esplosività tecnica del primo Zaniolo. Sarebbe importantissimo conoscere le giuste e reali motivazioni del ragazzo, perché riportarlo in Italia con lo scopo di rilanciarlo definitivamente può diventare un'operazione senza precedenti.

Tutto ancora vincolato ai se e ai ma, nascosto nel fascino di un'operazione ancora troppo poco realistica. Un solo requisito prima di pensare a questa follia: prima di tutto, contattare Italiano. Che non è altro che la miccia che può riaccendere le polveri bagnate di Zaniolo. Se l'allenatore della Fiorentina si dimostrasse pronto ad accettare la sfida, con il consenso dell'ex Roma, i problemi calerebbero a dismisura. Conoscendo la capacità del tecnico di lavorare sulle qualità del singolo calciatore, ci sarebbero anche i presupposti per divertirsi assieme.

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