L’attacco è un grosso problema e il confronto è (quasi) impietoso pure con lo scorso anno… E per non farsi male, meglio non guardare a due stagioni fa
Tredici partite di Serie A, quattro partite di Conference League e due partite della fase eliminatoria della coppa europea. Forse scrivendole senza numeri, sembrano un po’ meno di quello che sono realmente. Perché il conto è presto fatto in casa Fiorentina: 19 partite, 4 gol… delle punte. Due per Nzola e due per Beltran. Guardando al solo campionato il conto scende miseramente a uno, con il gol segnato allo scadere di una partita già chiusa contro il Cagliari dall’ex Spezia. Il resto dei gol segnati contro il Cukaricki in Conference League tra andata e ritorno.
E se a Milano la squadra di Italiano ha incontrato uno Jovic più che sterile (nonostante alla fine sia risultato decisivo con il passaggio che ha portato al rigore di Theo), lo scorso anno a Firenze il serbo con le stesse partite a disposizione aveva già segnato quanto i due attaccanti attuali. Non stiamo parlando né di gioco, né di prestazioni. Quanto di numeri. Con le stesse partite (13 in campionato e 4 +2 in Conference), l’ex Real Madrid aveva fatto registrare 4 reti (due per competizione). Uno in più del compagno di reparto Cabral, che era arrivato a 3 (due in Serie A e uno in Conference. E se pensiamo al fatto che anche lo scorso anno si parlava di sterilità offensiva, pensiamo pure al fatto che la coppia attuale ha segnato praticamente la metà dei gol di quella dell’anno scorso. A fine stagione i gol sono stati 30 per la coppia (17 Cabral e 13 Jovic).
Se poi ci vogliamo male, sfogliamo il calendario fino alla stagione 2021/22, prima della cessione di Vlahovic. Dopo 19 partite giocate (17 in campionato e 2 in Coppa Italia) il serbo aveva messo a segno 17 reti. Da solo. Un’eredità quella lasciata dall’attuale attaccante bianconero che ancora la Fiorentina non è riuscita a colmare. E il problema sta diventando pesante.