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Forse la scelta di prendere Montella è stata un po’ avventata. Forse alla Fiorentina serviva un tecnico diverso, per ‘chiudere’ la stagione in modo migliore. Quantomeno non così tragicamente. Diciamolo senza problemi, se il campionato fosse durato due giornate in più, probabilmente, la squadra viola sarebbe retrocessa, mentre adesso ci sono moltissime possibilità che ciò non avvenga.

Abbiamo, magari, sottovalutato il lavoro di Pioli. O sopravvalutato il valore della rosa, dipende dai punti di vista. E in questi casi, in panchina, sarebbe servito forse un allenatore più pragmatico, più semplice, meno dedicato al bel gioco. Più da salvezza, insomma, di quello che rimaneva. Montella, seppur tornato a Firenze dopo molte avventure andate male, rimane comunque un tecnico da progetto importante, moderno. Fargli due anni e mezzo di contratto è stato, probabilmente un nuovo errore. Questa volta non al ‘risparmio’, ma esagerando un po’. Anche perché, guardando la posizione in classifica degli ultimi anni (si peggiora stagione dopo stagione), forse il prossimo anno i Della Valle per non rischiare niente dovrebbero parlare di ‘obiettivo salvezza’. Fare quaranta punti prima possibile, e poi magari pensare ad altro, potrebbe essere la ricetta giusta. Perché lo ripetiamo, quello di quest’anno deve essere per tutti un campanello d’allarme importante.

La Fiorentina a centottanta minuti dalla fine della stagione non è ancora salva. Prima, con Pioli, pareggiava quasi sempre. Oggi con Montella perde sempre. E nessuno può essere contento di come la squadra sia stata gestita nelle ultime settimane, al di là di mille giustificazioni. Serviva di più, serviva più carattere, serviva altro. Oggi, il Montella che si appresterà a ricominciare la nuova stagione in gigliato a luglio, rischia di essere in parte già bruciato. Forse sarebbe stato meglio aspettare, programmare appunto. Oggi, la sua seconda avventura fiorentina, rischia già di essere compromessa. E parlare soltanto del clima pessimo che si respira attorno alla squadra, non può bastare per giustificare una partita persa dopo l’altra. Così come il tentativo di interpretare le parole di Diego Della Valle, come stimolo alla squadra. Beh, ci permetta Montella, noi l’abbiamo letta in altro modo quella lettera. L’abbiamo letta come andava letta: un vero e proprio attacco al Sindaco, un vero e a priori ‘no’ al nuovo stadio, una vera rottura con Firenze e con la Fiorentina. Non facciamo il gioco delle tre carte, è proprio questo che a Firenze non piace, da sempre. Soprattutto se a farlo è chi, tra i primi, si scontrò per gli stessi motivi dei fiorentini con questa proprietà. Andando via a suon di minacce legali. Oggi, purtroppo, la situazione è ben peggiore. E questo finale di stagione sarà decisivo, per tutti.


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