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E' il minuto 66' quando Chiesa si invola sulla destra mette un pallone nel mezzo preciso per Ribery che il francese trasforma in gol con un bellissimo sinistro al volo ad incrociare. 2-0 per i viola e partita virtualmente chiusa. Anche perché l'Atalanta non riusciva a trovare spazi, si scontrava puntualmente con il muro eretto dalla squadra di Montella, non arrivando quasi mai nell'area di rigore. E poi i nerazzurri venivano anche da una batosta incredibile presa in Champions League. Quattro pere prese mercoledì, due fino al 66' ieri, totale 6-0. Un parziale che avrebbe steso anche un toro e la Fiorentina doveva sfruttare appieno la situazione per far sua la prima vittoria stagionale.

Ma è stato proprio nel frangente finale di gara, quello che doveva essere in discesa, che la squadra di Montella ha deciso di fare l'impresa (al contrario, s'intende). Saranno stati i cambi, saranno state la rabbia e la classe di alcuni atalantini (Ilicic su tutti), sarà stata anche la sindrome del braccino che viene spesso ad una formazione che è insicura, che non vince da una vita e che è ancora in fase di rodaggio. Sarà per tutta questa serie di motivi o per altro ancora, sta di fatto che la Fiorentina è riuscita a prendere tre gol in dodici minuti, di cui due addirittura in pieno recupero.

Tre gol sì, perché è bene non dimenticarsi che anche Pasalic l'aveva messa in fondo al sacco, lasciato colpevolmente solo a due metri dalla porta e che la rete del croato era stata annullata solo grazie all'ausilio tecnologico che ha scovato un tocco di mano di un suo compagno. E pensare che in molti avevano individuato in questo segno (il gol annullato) la fine di ogni possibilità di rimonta dell'Atalanta. Purtroppo siamo stati in grado di lasciare uno solo al limite dell'area sugli sviluppi di un calcio d'angolo, per subire un 2-2 che è beffardo e amarissimo insieme e che ci fa vivere un lunedì di processi e non di gioia e di giubilo. Siamo entrati nella storia sì...ma per le ragioni sbagliate.


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