Chi siete? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!
Non ci resta che piangere, Benigni, Troisi e un film che rimarrà nella storia del cinema italiano. A noi ancora, forse qualcosa rimane, prima di piangere. Ma non ci siamo lontani.
Lasciamo la pellicola e andiamo sul campo, dove la Fiorentina è stata sconfitta al Franchi dal Torino di Juric, in quella che è stata l'ottava sconfitta in questa Serie A. Girone d'andata archiviato, 23 punti in saccoccia e un futuro dai tratti incerti. Così come Troisi torna indietro a raccogliere il sacco caduto dal carro, nella famosa scena citata, così anche noi, tornando indietro nel tempo, veniamo fermati dall'esoso doganiere:
"Chi siete?"
"Eh, chi siamo... Una bella domanda. A logica siamo la Fiorentina. Una squadra che lo scorso anno si è ripresa dopo tre anni catastrofici nei quali ha lottato per la salvezza. Abbiamo raggiunto l'Europa nonostante la cessione di un pezzo super pregiato a gennaio e Firenze è tornata a sognare. Poi la nuova stagione e di nuovo un crollo. In questa Fiorentina non si riconoscono la trama, gli attori principali, quelli secondari. I nemici, poi... Senza idee, un gioco fatto solo di lanci lunghi a cercare una prima punta che c'è e non c'è. Forse Jovic, forse Cabral, alla fine Kouame. Un centrocampo sorretto da un Amrabat che non può fare quello per cui non è portato. Un Duncan che non può fare quello per cui non è portato. Dunque ci si affida ai lanci lunghi, saltando a pié pari il centro del gioco. Là dietro la confusione più totale. Basta vedere il gol del Torino per capirlo. Davanti, invece, il mordente è poco. Ikoné non incide ancora una volta, Saponara fa quel che può, Kouamé ci prova, Nico entra solo a partita in corso così come Jovic. Va a finire che perdiamo. Ancora"
"Cosa portate?"
"Portiamo il peso dell'ennesima ricaduta. Questa squadra sembrava aver accennato a un ritorno al gioco nell'ultima parte di 2022, quando Italiano aveva tirato fuori dal cilindro il 4-2-3-1. Un grande match a Milano contro il Milan e la sosta per il Mondiale. Poi di nuovo il buio. Le vittorie arrivano, sì, ma a fatica e fortunose, in gare non convincenti. Ce le prendiamo, ovviamente. Ma che qualcosa non vada, è lampante"
"Sì, ma quanti siete?"
"Eh, in diversi. Tanto che non c'è più posto nelle liste. Tanti profili, tanti nomi, ma alla fine i risultati sono quelli che sono. Questa Fiorentina ha qualità. Ne ha. I nomi di Barak, Bonaventura, Amrabat, Milenkovic la portano, ma sono attualmente inseriti in un contesto nel quale la qualità viene completamente annullata. Manca il collante, mancano tasselli fondamentali per far funzionare il tutto. E con grande probabilità non arriveranno dal mercato. Manca un regista, ma non arriverà. Manca una prima punta, ma probabilmente non arriverà. Arriva Sirigu (in un'operazione che, nonostante tutto, potrebbe essere molto intelligente), dovrebbe arrivare Brekalo. Profili che sì, possono dare una mano, ma non risollevare la squadra. I problemi sono a monte, sulle scelte fatte in estate e nei mercati precedenti. E non sarà questa finestra di mercato a cambiare le cose. Non illudiamoci. Ah, ad oggi mancano 9 giorni al gong finale"
"Un fiorino"
"Pagheremo il fiorino. E a farlo sarà ancora una volta Firenze e i suoi tifosi. Che dal sogno del ritorno in Europa, si trovano nuovamente a combattere una stagione anonima. E se il doppio confronto con il Braga in Conference League doveva essere visto come il ritorno ai grandi confronti europei, ora come ora sembra più un incubo. La società portoghese è seconda nel suo campionato, dietro solo al Benfica"
Alle domande del doganiere ne potremmo aggiungere altre, ma ci atteniamo al copione. Forse una sola modifica ce la concediamo:
"Dove andate?"
"Dove andiamo, Fiorentina? Qual è il nostro futuro? Ogni partita che passa, sembra un salto verso il vuoto. Non tanto per i risultati, che possono essere buoni come meno buoni, quanto per un domani diventato troppo inconsistente, troppo incerto, troppo nebuloso. Si vive alla giornata, come direbbe qualcuno, ripensando a quando l'obiettivo di questa squadra era tornare tra le grandi, onorando il nome di una città come Firenze in tutto il mondo. Al Franchi piovono fischi. Tornerà presto il sole, di questo ne siamo certi. L'unica domanda è: quanto presto?"
Lasciamo la pellicola e andiamo sul campo, dove la Fiorentina è stata sconfitta al Franchi dal Torino di Juric, in quella che è stata l'ottava sconfitta in questa Serie A. Girone d'andata archiviato, 23 punti in saccoccia e un futuro dai tratti incerti. Così come Troisi torna indietro a raccogliere il sacco caduto dal carro, nella famosa scena citata, così anche noi, tornando indietro nel tempo, veniamo fermati dall'esoso doganiere:
"Chi siete?"
"Eh, chi siamo... Una bella domanda. A logica siamo la Fiorentina. Una squadra che lo scorso anno si è ripresa dopo tre anni catastrofici nei quali ha lottato per la salvezza. Abbiamo raggiunto l'Europa nonostante la cessione di un pezzo super pregiato a gennaio e Firenze è tornata a sognare. Poi la nuova stagione e di nuovo un crollo. In questa Fiorentina non si riconoscono la trama, gli attori principali, quelli secondari. I nemici, poi... Senza idee, un gioco fatto solo di lanci lunghi a cercare una prima punta che c'è e non c'è. Forse Jovic, forse Cabral, alla fine Kouame. Un centrocampo sorretto da un Amrabat che non può fare quello per cui non è portato. Un Duncan che non può fare quello per cui non è portato. Dunque ci si affida ai lanci lunghi, saltando a pié pari il centro del gioco. Là dietro la confusione più totale. Basta vedere il gol del Torino per capirlo. Davanti, invece, il mordente è poco. Ikoné non incide ancora una volta, Saponara fa quel che può, Kouamé ci prova, Nico entra solo a partita in corso così come Jovic. Va a finire che perdiamo. Ancora"
"Cosa portate?"
"Portiamo il peso dell'ennesima ricaduta. Questa squadra sembrava aver accennato a un ritorno al gioco nell'ultima parte di 2022, quando Italiano aveva tirato fuori dal cilindro il 4-2-3-1. Un grande match a Milano contro il Milan e la sosta per il Mondiale. Poi di nuovo il buio. Le vittorie arrivano, sì, ma a fatica e fortunose, in gare non convincenti. Ce le prendiamo, ovviamente. Ma che qualcosa non vada, è lampante"
"Sì, ma quanti siete?"
"Eh, in diversi. Tanto che non c'è più posto nelle liste. Tanti profili, tanti nomi, ma alla fine i risultati sono quelli che sono. Questa Fiorentina ha qualità. Ne ha. I nomi di Barak, Bonaventura, Amrabat, Milenkovic la portano, ma sono attualmente inseriti in un contesto nel quale la qualità viene completamente annullata. Manca il collante, mancano tasselli fondamentali per far funzionare il tutto. E con grande probabilità non arriveranno dal mercato. Manca un regista, ma non arriverà. Manca una prima punta, ma probabilmente non arriverà. Arriva Sirigu (in un'operazione che, nonostante tutto, potrebbe essere molto intelligente), dovrebbe arrivare Brekalo. Profili che sì, possono dare una mano, ma non risollevare la squadra. I problemi sono a monte, sulle scelte fatte in estate e nei mercati precedenti. E non sarà questa finestra di mercato a cambiare le cose. Non illudiamoci. Ah, ad oggi mancano 9 giorni al gong finale"
"Un fiorino"
"Pagheremo il fiorino. E a farlo sarà ancora una volta Firenze e i suoi tifosi. Che dal sogno del ritorno in Europa, si trovano nuovamente a combattere una stagione anonima. E se il doppio confronto con il Braga in Conference League doveva essere visto come il ritorno ai grandi confronti europei, ora come ora sembra più un incubo. La società portoghese è seconda nel suo campionato, dietro solo al Benfica"
Alle domande del doganiere ne potremmo aggiungere altre, ma ci atteniamo al copione. Forse una sola modifica ce la concediamo:
"Dove andate?"
"Dove andiamo, Fiorentina? Qual è il nostro futuro? Ogni partita che passa, sembra un salto verso il vuoto. Non tanto per i risultati, che possono essere buoni come meno buoni, quanto per un domani diventato troppo inconsistente, troppo incerto, troppo nebuloso. Si vive alla giornata, come direbbe qualcuno, ripensando a quando l'obiettivo di questa squadra era tornare tra le grandi, onorando il nome di una città come Firenze in tutto il mondo. Al Franchi piovono fischi. Tornerà presto il sole, di questo ne siamo certi. L'unica domanda è: quanto presto?"
💬 Commenti