Una Conference capitata più che voluta, ad ogni modo adesso bisogna pedalare. La soluzione c'era, ma si è deciso di non percorrerla
Voluta la bicicletta, adesso bisogna pedalare. Un vecchio proverbio che si addice perfettamente alla Fiorentina anche se, più che averla voluta, diciamo che la Conference le è capitata. Merito, anzi demerito della Juventus e delle sue discutibili procedure, fatto sta che la squadra di Italiano si è ritrovata coinvolta in una competizione che non aveva conquistato sul campo tramite lo scorso campionato.
L'unico scoglio era rappresentato dal playoff contro il Rapid Vienna, ma ora che è stato superato non ci sono più dubbi: la Fiorentina giocherà almeno sei partite di Conference e, salvo sorprese, anche di più. Con il precedente di una finale persa, d'altronde, qualunque risultato che non sia la vittoria del trofeo sarebbe un fallimento o poco ci manca.
Conference uguale trasferte scomode ma soprattutto impegni ogni tre giorni, esperienza che già l'anno scorso ha fortemente condizionato il cammino in campionato della Fiorentina. La rosa, da questo punto di vista, non sembra migliorata e lo dimostra il fatto che Italiano in queste prime cinque partite si sia affidato quasi sempre agli stessi uomini (un po' per scelta e un po', diciamocelo, per esigenza).
Difficile dunque pensare che la storia possa cambiare, difficile immaginare una Fiorentina che ripete il percorso in Conference e al contempo migliora il rendimento in campionato andando a insidiare le prime sei. Italiano ha detto chiaramente che questo non deve più essere un tema, ma già oggi di fatto è quello più discusso dai media locali. Boicottare il playoff di Conference non si poteva, così come non si potrà pensare di giocare alla meno questa competizione. La soluzione, quella di consegnare all'allenatore una rosa all'altezza del doppio impegno, si è deciso di non percorrerla.