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Foto: Vicario/Fiorentinanews.com
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Il giornalista Carlo Pizzigoni, collaboratore di Sky, Gazzetta e non solo, nel proprio editoriale per Tuttomercatoweb.com si concentra a 360 sul tecnico della Fiorentina Vincenzo Italiano.

Pizzigoni scandaglia l'allenatore viola con un'ampia e approfondita riflessione: “Nel mio libro dedicato alla figura di Guardiola mi ero messo in testa di sentire anche alcuni allenatori italiani che avevano tenuto Pep come punto di riferimento per la proposta di gioco. Coinvolsi Vincenzo Italiano e rimasi stupito dalla sua carica, dalla sua passione nel parlare di calcio, attribuendogli un significato superiore: parlava di uomini, parlava di rispetto: parlava di vita. Il fine ultimo non erano solo i risultati (per chi fa i titoli: lo sappiamo che tutti quelli che fanno sport professionistico puntano alla vittoria, non è questo il punto), ma il coinvolgimento di un popolo, quello dei tifosi, quello degli appassionati." 

La carriera da allenatore di Italiano è partita, dopo l’esperienza ad Arzignano, a casa sua: a Trapani, in Sicilia. Con pochi mezzi a disposizione ma parlando agli uomini e rispettando il calcio il tecnico, nato in Germania da una famiglia di emigranti, aveva ottenuto non solo risultati, ma aveva trascinato e fatto follemente gioire la sua gente. Una partecipazione emotiva proseguita poi a Spezia, al netto del brusco addio, e che gli aveva fruttato la chiamata alla Fiorentina. Maglia pesante, orgoglio unico, ma piazza complicata, quella viola. Peraltro reduce da una serie di annate mediocri, che facevano a pugni con la grandezza di una città conosciuta in tutto il Mondo. Quella grandezza, Italiano ha voluto richiamare fin dal primo giorno e la sua Fiorentina è entrata sempre in campo per comandare la partita, ha sempre cercato di essere protagonista. Le gare sono finite spesso bene, meno bene poi l’anno dopo, dove però si è sfiorata una Coppa Italia e un trofeo europeo”. 

“Un percorso inutile? Solo per quelli che pensano che non pensano che “il cammino è la ricompensa”, le emozioni vissute non si cancellano. In questi due anni di Viola, non sempre Italiano è stato compreso, anzi. Sono piovute critiche, dentro e fuori Firenze, nonostante il tecnico avesse restituito credibilità a una grande squadra, la prima delle squadre italiane a giocare una finale di Coppa Campioni, che negli ultimi anni l’aveva persa. Avevo chiesto, nell’intervista sopracitata a Italiano. “Mister, la gente,i  tifosi ti danno soddisfazioni ma anche tanta pressione. Quanto ti condiziona questa situazione? “Sono distrazioni che pesano alla lunga su chi si fa condizionare. Io mi isolo il più possibile, bisogna cercare di aggrapparsi al gruppo che stai costruendo, è molto importante la condivisione, sapere quelle che sono le idee, il minimo comune denominatore del gruppo. L'unica salvezza è il gruppo”. La vittoria di Napoli non cambierà la storia quasi centenaria della Viola, ma come diceva il poeta “non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”. E in quei momenti di domenica sera la gioia del popolo fiorentino si è consustanziato di valori, quelli del lavoro di questa guida tecnica. Il palleggio, la modernità della proposta calcistica, Arthur e Martinez Quarta, Jack Bonaventura e Nico Gonzalez, straordinari protagonisti di un'opera che riempie gli occhi di ogni appassionati di calcio, che non può non aver applaudito la prova della Viola”.

Infine: "Il percorso, si diceva. Senza quella virtù, quella ricerca di gioco voluta fin dal primo giorno non ci sarebbe oggi una serata così, ma nemmeno senza quei capitomboli, quelle partite dominate a cui è mancato solo il gol. Oggi tutto sembra andare nella giusta direzione, la Fiorentina probabilmente lotterà per la Champions. Avanti con gli scongiuri, ma quello che si vede è oggi un bel vedere e comunque, la strada, la nobiltà dei mezzi utilizzati (come dice Bielsa), rimarranno. Merito di Italiano, merito di chi gli sta accanto come Nicolas Burdisso, uomo di calcio come pochi, e non solo per le sue grandi conoscenze, e una proprietà forte che sul mister ha puntato e lo ha protetto, anche da chi, verosimilmente, voleva (e con ragione) portarlo a Napoli la passata estate. I patiti di calcio sanno che vedere la Fiorentina, è vedere calcio vero, calcio pieno. Estetica, anche etica, nel senso del rispetto verso lo spirito del gioco. Un percorso nobile, pieno di sacrifici e fatica, ma anche di soddisfazioni, lungo dalla Sicilia alla Toscana. La Fiorentina, non c’è dubbio, bisogna meritarsela. Ma anche di un allenatore come Vincenzo Italiano bisogna essere all’altezza. Ha dimostrato di voler volare alto. Di questi tempi, nel nostro mondo calcistico, ce n’è un estremo bisogno".

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