Stadio Franchi, scatta l’ora X: ecco la data da cerchiare per la scadenza del bando. In caso di gara deserta c'è l’ipotesi affidamento diretto. La situazione
La data da cerchiare in rosso è l’11 dicembre. Come scrive La Nazione, fra quattro giorni infatti scadrà il termine per la presentazione delle offerte da parte delle ditte che intendono aggiudicarsi i lavori di restyling del Franchi. In Palazzo Vecchio le dita restano incrociate: se, come accaduto a giugno, il bando dovesse andare deserto, il cammino per il nuovo volto del Franchi potrebbe rallentare. Ma non fermarsi. Il Comune in quel caso potrebbe puntare a una procedura negoziata senza bando come previsto dal nuovo codice degli appalti.
Ma ancora è presto per valutare questa ipotesi. La fiducia in Palazzo Vecchio c’è. Anche perché il quadro economico della gara stavolta è chiaro: 151 milioni di euro (di risorse immediatamente disponibili) con i quali realizzare le nuove gradinate delle curve, restaurare le strutture vincolate, riqualificare le sedute e la copertura. Mentre il progetto esecutivo, quello realizzato da Arup, è già stato consegnato il 30 settembre, facendo così evitare alle ditte che eventualmente hanno partecipato alla gara, un bello scoglio. E adesso cosa succederà? L’intesa fra il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il sindaco Dario Nardella e la Fiorentina sembra promettere bene. Due giorni fa infatti il direttore generale dei viola, Joe Barone ha incontrato proprio a Roma il ministro. Mentre il faccia a faccia fra i tre potrebbe avvenire già entro la prossima settimana dopo l’esito del bando di lunedì.
«Continuiamo a lavorare – ha confermato nella giornata di ieri Nardella – i tecnici e i legali da una parte e dall’altra hanno aperto questo tavolo di lavoro e stanno lavorando giorno per giorno per individuare un possibile strumento di collaborazione tra Comune e società». Già, ma quale collaborazione? Le ipotesi su cui lavorare riguardano la copertura dei 55 milioni di euro tagliati dal decreto di definanziamento di aprile. Roma potrebbe coprire integralmente quei fondi con un’iniezione destinata ad altri progetti di rigenerazione urbana in corso a Firenze, permettendo così al Comune di traslocare lo stesso ammontare di fondi sullo stadio. Oppure, visto l’interesse dei viola, potrebbero aprirsi le porte a un finanziamento anche parziale dei privati, cioè della Fiorentina, vero leitmotiv del ministro Salvini. Magari in cambio di un risvolto commerciale da parte del Comune. Tutte strade che, al momento, restano solo ipotesi. Intanto il dg viola Barone ha chiesto che la squadra possa continuare a giocare a Firenze, anche durante i lavori.