Dell'Olio a FN: "Nella situazione attuale la Juventus può perdere un quinto del fatturato, ma il vero problema del calcio italiano riguarda principalmente i club piccoli"
Il giornalista esperto di economia per Repubblica, Private e Forbes, Luigi Dell'Olio, prosegue nella sua analisi riguardo all'impatto del Coronavirus sul calcio italiano nell'intervista a Fiorentinanews.com:
Sig. Dell'Olio, la squadra italiana che potrebbe accusare di più questa crisi è la Juventus, visto il recente crollo in borsa? "L'estratto del report di Banca IMI stima in 110 milioni di euro le possibili perdite per la Juventus; stiamo quindi parlando di circa un quinto del fatturato. Si brancola però nel buio, vivendo alla giornata come anche per le altre situazioni. Questo anche perchè non si sa se il campionato riprenderà, se reinizieranno le Coppe Europee e come finirà il percorso in Champions la Juventus. Oltre all'impatto del Coronavirus la Juventus ha perso il 40% in borsa nelle ultime tre settimane anche perché ha peggiorato la sua prospettiva in Champions League, che garantisce molti più guadagni del campionato. Di sicuro i bianconeri erano già fuori da uno dei principali parametri del fairplay finanziario, che è il costo della rosa rispetto ai ricavi. Molto probabilmente il club di Agnelli, senza considerare l'impatto del Coronavirus sforerà anche un altro criterio, ovvero quello della perdita massima dei 30 milioni in un triennio, visto che, a prescindere da questa emergenza, dovrebbe chiudere il terzo bilancio consecutivo in rosso. Ragion per cui, entro il 30 giugno, dovrà fare assolutamente almeno due cessioni di peso, quindi giocatori dei quali il valore è stato ammortizzato nel corso degli anni; verosimilmente partiranno quindi giocatori che sono in rosa da parecchio tempo. Detto questo, l'impatto sulla Juventus sarà maggiore in termini assoluti rispetto alle altre società come la Fiorentina, però il vero problema del calcio italiano riguarda principalmente i club piccoli e delle serie minori".
Quest'ultima considerazione è dovuta soprattutto al fatto che al momento gli stadi siano chiusi? "Si, queste società ricavano gran parte dei loro introiti dagli stadi, e non avendo più incassi al contempo hanno l'obbligo di sostenere le spese perché i giocatori e il personale devono comunque essere sempre pagati. Intravedo quindi una situazione difficile per il calcio in Italia soprattutto in provincia".