Da "bomber implacabile ma come allenatore una schiappa" a "rivogliamo il violino sotto la Fiesole". Gilardino potrebbe accendere l'entusiasmo della tifoseria viola, ma prima va chiarita una questione
In origine, fu il Gila. Alberto Gilardino, una vita passata sui campi di calcio, prima come giocatore, da qualche anno - adesso - come allenatore. Alla Fiorentina, l'ex numero 11 di Cesare Prandelli ha - letteralmente - scritto la storia, siglando reti uniche, come quella della vittoria in extremis ad Anfield contro il Liverpool in Champions League.
La nuova vita del Gila
La vita del Gila, dopo il ritiro da calciatore con una Coppa del Mondo in bacheca, è proseguita poi bene, cercando di farsi strada - senza troppi aiuti dall'esterno - nel mondo delle panchine. E dopo la promozione in Serie A con il Genoa, adesso l'ex bomber del Milan sta facendo disputare a Gudmundsson e compagni un campionato veramente virtuoso, nonostante un inizio davvero terribile.
Ad agosto, infatti, il Genoa veniva sommerso dalle quattro reti della Fiorentina, che avevano incontrato forse la peggior versione del Grifone targato violino. Da lì in poi, dopo un normale periodo di assestamento, il Gila ha saputo tirare fuori il meglio dalla rosa a sua disposizione, forte di un reparto - il suo, d'altronde - che vanta pezzi pregiatissimi. Di certo, Gudmundsson e Retegui Italiano non li può vantare ed è - anche - per questo motivo che diversi tifosi viola non storcerebbero il naso difronte ad un suo possibile ritorno in riva all'Arno. Una questione, però prima, andrebbe risolta.
Violino o… ?
Il Gilardino allenatore non è un fenomeno adesso (o almeno, non si intravedono in lui le stesse qualità - per dire - che ci sono sempre state in Italiano) ma nemmeno quella ‘schiappa’ come era stato definito dopo averne presi quattro da Nico & Co. alla primissima di campionato. De Rossi, Palladino, Dionisi e chi più ne ha più ne metta. Gilardino è diventato uno dei nomi in orbita Viola Park per il post-Italiano, ma prima ci sarebbe da sciogliere quel pregiudizio che lo lega ancora al suo passato da ex bomber. Una caratteristica che, ad ogni modo, non sarebbe da disdegnare per dare il giusto seguito all'ottimo lavoro svolto da Italiano in questi anni.
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