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Si avvicina Lecce-Fiorentina, partita valida per la decima giornata di Serie A. La Viola arriva al ‘Via del Mare’ con estremo bisogno di ricominciare a fare punti, in un impegno tutt’altro che semplice. Per conoscere un autorevole parere sulla sfida, Fiorentinanews.com ha contattato in esclusiva un doppio ex d’eccezione, ovvero Alberto Di Chiara, che da calciatore ha trascorso tre anni in Salento (dal 1983 al 1986) e cinque stagioni in viola (dal 1986 al 1991).

Cosa pensa dei risultati altalenanti della Fiorentina?

È dall’inizio della stagione che la squadra non sta convincendo, diciamolo chiaramente. L’anno scorso aveva grande identità, non dimentichiamoci comunque i 18 gol di Vlahovic nei primi mesi, non un dettaglio. Adesso la Fiorentina fatica a ritrovare i ritmi della passata stagione, questo perché mancano individualità di spessore e, soprattutto, chi fa gol. Il possesso palla rischia di diventare fine a sé stesso”.

Almeno in Conference League, la situazione è più tranquilla…

“Sì, in Coppa la squadra sta facendo bene, ma il livello del girone è quello che è. Non passarlo significherebbe bocciare l’intera annata… Buone, comunque, le ultime due vittorie. Campionato? C’è ancora tempo, ma la Fiorentina deve recuperare terreno. E anche uomini, González e Sottil in primis, ma specialmente qualcuno che la butti dentro”.

A proposito, perché Cabral non riesce più a trovare spazio?

“Ormai è tanto che sta qui, da più tempo rispetto a Jovic. Mi viene da pensare che Italiano abbia fatto due valutazioni: non sembra rientrare nelle sue idee, ma alla fine parlano i fatti. Alla Fiorentina servono i gol e Cabral non li fa. Un po’ meglio Jovic, anche se i tre gol sono arrivati con avversari molto modesti. L’importante è non esaltarsi, ma neanche demoralizzarsi troppo. In ogni caso, perdendo Vlahovic, le scommesse non ti hanno permesso di sostituirlo bene”.

Come descriverebbe il Lecce di Baroni? Può essere un’insidia per la Fiorentina?

“Certo, la Viola deve fare molta attenzione. Tutto sommato, il Lecce sta facendo il suo campionato: ha 7 punti e ha meno da perdere rispetto alla Fiorentina. In generale, la Serie A è un campionato di basso livello e ciò consente a molte squadre, dotate di un pizzico di organizzazione in più delle altre, di emergere. Gli esempi più grandi sono Udinese e Atalanta, che hanno vinto le loro scommesse. Quelle della Fiorentina faticano a ingranare. La partita è alla portata, ma al tempo stesso molto pericolosa. Il ‘Via del Mare’ pieno crea un clima infuocato. Ricordi? Tra Lecce e Firenze, sono otto anni della mia carriera. Tra l’altro, il mio primo gol in giallorosso in Serie A fu contro la Fiorentina. Ci si è messo di mezzo il destino (ride, ndr)”.

Parlando di terzini, è emerso Terzic adattato a destra. Può continuare a giocare con continuità?

“Ecco, sui terzini destri, Dodô è un giocatore molto interessante: i suoi problemi non sono certo qualitativi, ha avuto qualche intoppo fisico. Per quanto riguarda Terzic, si tratta dell’arte dell’accontentarsi: c’è da dire che Venuti, al di là dei discorsi dell’attaccamento alla maglia, non ha mai dato tutte queste garanzie. Un sinistro a destra è una trovata curiosa, ma Terzic può fare l’alternativa su entrambe le fasce. Una nota positiva”.

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