Così è se mi pare… - Quello strano campionato della Fiorentina e il pericolo di diventare la palestra per allenatori emergenti

E’ uno strano campionato quello della Fiorentina. La squadra ha in classifica 9 punti in più dello scorso anno alla medesima giornata, però è uguale la posizione: ottava. Uno in più i gol segnati (53 contro 52), sette in meno quelli subiti (34 contro 41).
Quattro punti che farebbero la differenza
Al momento la Fiorentina ha concesso 6 punti solo al Napoli (sconfitta sia all’andata che al ritorno). Al secondo posto per punti guadagnati contro i viola nientepopodimenoche il Monza, ultimo in classifica a 15 punti: 4 raccolti nelle due sfide con la Fiorentina, 11, nelle altre 32 partite. Pensare in che posizione sarebbero i viola con quattro punti in più, acuisce il rimpianto per ciò che poteva (doveva) essere e non è stato.
Tuttavia se con soli quattro punti in più i viola passerebbero dall’anonimo ottavo posto allo scintillante quarto che vale la Champions, significa che la classifica è ancora così compatta da lasciare libera la fantasia di sbizzarrirsi. In quattro punti ci sono cinque squadre. Niente è precluso. In questo campionato il confine tra successo e fallimento può essere determinato da un punto o magari dal bilancio di uno scontro diretto.
Poi c’è il capitolo Conference che, per quel che mi riguarda, vorrei chiudere con questa stagione. Meritarsi un posto fra le squadre che hanno almeno un minimo di notorietà, oppure meglio niente e concentrare ogni sforzo sul prossimo campionato, alla conquista dell’Europa che conta.
Italiano e Palladino
Non sono un nostalgico di Italiano, non lo rimpiango neanche un po’, tuttavia i risultati del Bologna sono un dato incontestabile. Invece non riesco neanche a intravedere l’apporto di Palladino che, contrariamente al suo predecessore, ha in squadra un centravanti e non una controfigura.
Non vorrei che la Fiorentina diventasse una sorta di palestra per allenatori emergenti. A Firenze per farsi le ossa, sbagliare, capire i propri limiti, correggere gli errori e poi, maturati, andare a raccogliere applausi da altre parti.