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Il pareggio che la Fiorentina strappa al Ferencvaros non è un risultato di per sé esaltante, ma la partita nasconde tanti significati. A partire da un'ottima reazione di gruppo, passando anche per una prima frazione complicata e decisamente da dimenticare per i ragazzi di Italiano.

La squadra di Stankovic si è presentata al ‘Franchi’ senza troppo timore reverenziale e se l'è giocata con le sue armi. Le qualità degli ungheresi, in particolare, emergono coprendo larga parte del campo con tanta corsa e pressing alto, stringendo proprio a centrocampo. E qui entrano in scena le maggiori difficoltà della Fiorentina.

Già, perché la Viola fa tanta fatica a stare senza Arthur Melo. Quello del brasiliano sarà anche un lavoro ‘in retroscena’, che sfugge a numeri e statistiche e complicato da mettere in risalto, ma è sicuramente quanto di più prezioso per tutta la squadra. Oltre al saper dettare i tempi e leggere le traiettorie, la sua capacità di gestione del pallone è irrinunciabile per allentare e rendere inefficace la pressione avversaria. Cosa che invece, per il Ferencvaros, ha funzionato finché il numero 6 viola non è entrato in campo.

La Fiorentina dispone di altri interpreti a centrocampo, che in partite come quella di ieri permettono di far rifiatare anche Arthur, ma rinunciando a lui deve prepararsi a scenari diversi con la consapevolezza di non disporre di quelle caratteristiche. Lo stesso Maxime Lopez è tutt'altro giocatore: più aggressivo e pronto sui contrasti, meno (molto meno) regista. E in ogni caso, dire di no alle qualità del brasiliano è esercizio assai difficile.

 


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