Visto che spesso capita di dirlo al contrario... Ma che errore ha fatto la Lazio a cedere Danilo Cataldi?
Quante volte, fra addetti ai lavori e tifosi, è capitato di sentire la seguente affermazione: “Che errore dare via ‘mister X’ o Y, la Fiorentina avrebbe potuto tenerselo”. Torreira, Vlahovic, Milenkovic e così via, anche nel passato ce ne sono stati tanti altri. Ma c'è un giocatore dell'attuale rosa viola che fa pensare esattamente la stessa cosa… ma all'opposto. Che errore ha fatto la Lazio a dare via Danilo Cataldi?
Cataldi decisivo
Romano di nascita, laziale di fede e con quasi 200 gare alle spalle con i biancocelesti, dopo tantissime annate con la sua squadra del cuore, Danilo aveva deciso di cambiare aria, anche a seguito di alcuni cambiamenti di troppo sulla panchina di Lotito. Cataldi arriva allora a Firenze in prestito con diritto di riscatto uno degli ultimi giorni di mercato, ma ci mette pochissimo (così come Bove e Gosens) a cambiare volto alla giovane creatura di Palladino. E non parliamo solo del suo "dovere, di recuperi palla, verticalizzazioni e cambi di campo. Cataldi è già arrivato alla sua terza rete in maglia viola, dopo la doppietta di Lecce: il gol al Cagliari, poi, è risultato decisivo per continuare il sogno verso la prima posizione. Per non parlare della dedica a Bove, l'altro romano (e romanista) che insieme a Cataldi aveva dato una svolta alla Viola.
La sua seconda giovinezza
Inutile dire che a Roma Danilo non avrebbe più avuto lo stesso spazio degli ultimi anni, specie da quando Guendouzi è arrivato nella Capitale. E Cataldi non poteva fare scelta migliore. A Firenze si sta riscattando a suon di giocate da vero leader e anche qualche rete. Insieme ad Adli già forma una delle migliori coppie delle mediane di Serie A: con Bove formavano un terzetto che univa la quantità alla qualità. Resta comunque il fatto che la cessione della sua squadra del cuore, la Lazio, ha innescato in Danilo una sorta di meccanismo di riscatto, di rivincita verso la società e forse anche la piazza che lo avevano etichettato come “finito”. Ma Cataldi, che da persona squisita quale è non porta rancore, è soltanto approdato nella sua seconda giovinezza, ad un'età (trent'anni) che per molti calciatori significa ‘declino’, ma per lui è soltanto un nuovo inizio.