Così è se mi pare - La speranza che Palladino sappia fare ciò che a Italiano era completamente sconosciuto. E il Viola Park in questo modo avrebbe un senso
Colpani è buon acquisto. Pongracic sarà meglio di Milenkovic? Kean un totale azzardo, di nuovo nel ruolo più importante, quello dove sono state perse miseramente le numerose scommesse fatte dalla Fiorentina in questi anni. Ma di mercato ci saranno occasioni di parlare prossimamente.
Una nidiata di pulcini
Mi interessa invece soffermarmi sulla nidiata di “pulcini” e qualche polletto (nel senso di età, non di capacità, sia inteso) che la Fiorentina si è portata in Inghilterra.
Praticamente una squadra completa di portiere di riserva:
Martinelli (2006)
(Leonardelli – 2006)
Baroncelli (2005) – Comuzzo (2006) – Kouadio (2006) – Krastev (2003)
Amatucci (2004) – Bianco (2002) – Fortini (2006)
Caprini (2006) – Rubino (2006) – Munteanu (2002)
La metà di questi calciatori in erba non l'abbiamo mai vista giocare davvero. Ma la speranza è che Palladino sappia fare ciò che a Italiano era completamente sconosciuto: valorizzare qualche “prodotto” del vivaio.
Così il Viola Park acquista un senso
Il Viola Park ha un senso se ogni anno riesce a sfornare uno o due elementi che possano far parte della rosa della prima squadra, ma mettendo i piedi in campo, non trascorrendo campionati in panchina.
Il talento non si crea. Giocatori come Baggio o Totti se ti nascono in casa è un colpo fortunato come vincere al Superenalotto; non si creano neanche nel miglior centro sportivo. Magari occorrono occhi in grado di individuarli.
Invece con l’allenamento, l’applicazione, l’impegno, lo studio, si possono migliorare le capacità fisiche, tecniche, tattiche di quei giocatori “normali” che compongono le squadre di calcio (a parte i top club pieni di fenomeni).
Insomma, non pretendo che la sorte ci abbia regalato, nella nidiata di giovani viola aggregati alla prima squadra, un Jamal, un Nico Williams, un Bellingham, ma non posso credere che nessuno di loro possa far parte della Fiorentina della prossima stagione. Quindi largo ai giovani (che a Firenze nessuno ha mai bruciato). E comunque meglio perdere la scommessa su una promessa che su l’ennesimo “scarto” da rigenerare.