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Quest'oggi l'ex allenatore di Fiorentina, Lazio e Lecce Delio Rossi, durante una lunga intervista a Derbyderbyderby.it, ha avuto modo di rispondere al paragone fatto tra Raffaele Palladino e Vincenzo Italiano. Questi alcuni dei temi trattati:

"Mi sto dedicando di più alla famiglia, cosa che in passato non riuscivo a fare. Chi fa il mio mestiere, almeno io, non riesce a staccare. Per oltre trent'anni ho fatto l'unica cosa che sapevo fare, e l'ho fatta ventiquattrore al giorno. Non sono mai stato uno di quelli che finiva l'allenamento e staccava la testa. La mia testa era sempre lì. Ora, momentaneamente, non sto allenando ma se capita l'occasione, lo farei volentieri”.

"Ho avuto qualche offerta ma ho un problema: sono atipico, forse rompiballe"

Ha spiegato che nell’ultimo periodo ha ricevuto qualche offerta di lavoro:  "Più di una, sia in Italia che all'estero... Ma lì o ci vai per visibilità o per soldi. E se ci vai per i soldi devi essere onesto e dirlo. A me, in certi contesti, non sembrava il caso. Il problema è che io sono un po'... atipico. Forse il termine giusto è 'rompipalle, o forse 'ambizioso. Non mi lego alle categorie, mi lego alle situazioni. Ci sono club ai quali sono affezionato, indipendentemente dalla serie in cui giocano”. 

“Non credo piu nei progetti, nessuno ha piu il tempo di rispettarli”

Ha anche aggiunto: "Onestamente non credo molto nei progetti. Oggi nel calcio tutti parlano di progetto, ma nessuno ha davvero tempo per portarlo avanti. Il calcio è l'adesso. Si vive nel presente. Io poi ho un'indole particolare. Volevo fare il settore giovanile, inizialmente. Allenare i ragazzini. Pensavo sarei rimasto lì, poi la vita mi ha portato tra i grandi. Magari si chiuderà un cerchio e tornerò lì, a fare quello che ho sempre voluto fare: io mi sento più istruttore che allenatore, più maestro che coach”.

“Se guardo il Milan non vedo nulla. Se penso ad Atalanta e Bologna vedo una struttura”

Un commento anche sul campionato: "Quando mi trovo a valutare un allenatore, non guardo tanto il nome, ma cerco di capire cosa trasmette alla squadra. Mi interessa vedere se c'è un'identità, se ci sono movimenti che si ripetono con coerenza, sia in fase di possesso che di non possesso. Quando vedo questo tipo di organizzazione, capisco che dietro c'è lavoro, c'è studio, ci sono idee. Se vado a vedere il Milan non vedo nulla, se prendo squadre come l'Atalanta o il Bologna, ad esempio, vedo una struttura, vedo una logica: vuol dire che l'allenatore ha inciso, ha formato un'identità. Secondo me esistono vari tipi di allenatori. Ci sono i 'maestri, quelli che insegnano e costruiscono un'idea di gioco - penso a figure come me, Zeman, Sarri, Sacchi. Poi ci sono gli allenatori 'intermedi, come possono essere Ancelotti o Allegri, che uniscono competenza tecnica a una grande capacità di gestione. Infine ci sono i 'gestori', più selezionatori che costruttori, come Zidane o altri profili simili, forse più adatti a una nazionale o a grandi squadre già formate”.

“Italiano è uno che ha percorso la strada in salita, Palladino ha avuto un percorso diverso”

Infine parlando di allenatori, ha parlato anche di due conoscenze della Fiorentina: l’ex Vincenzo Italiano e l’attuale Raffaele Palladino: “Italiano è uno dei pochi che ha fatto la gavetta vera: ha iniziato dalla Serie C, ha vinto la B, ha fatto bene a Spezia, poi la Fiorentina, ora Bologna. È uno che ha percorso la strada in salita, che si è costruito. Palladino invece viene da un altro percorso: era alla Primavera, gli hanno dato la prima squadra, ha fatto bene, ora allena la Fiorentina. Diversi modi di arrivare, ma entrambi sono allenatori che hanno delle idee. Thiago Motta, per esempio, ha sensibilità calcistica, perché ha vissuto lo spogliatoio da giocatore di alto livello, ma non ha capito che la Juve non ti dà il tempo che ti danno a Bologna. E quando non ti danno tempo, o sei subito efficace o ti trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Io sono convinto che l'esonero di un allenatore è sempre la sconfitta di chi l'ha scelto perché vuol dire che non hai saputo individuare l'uomo giusto”.

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