Nella sua rubrica Rock & Gol per La Nazione, Benedetto Ferrara approccia il tema del fine ciclo-Italiano:

"Intanto questa sarà la prima partita con un allenatore a tempo. Tempo molto intenso fatto di partite e di obiettivi da raggiungere. Il prossimo addio di Italiano non può sorprendere nessuno. Tre anni di calcio propositivo tra sogni, delusioni, trasformazioni, assestamenti e ripartenze non possono passare inosservati. Il fatto che il tecnico abbia voglia di nuove sfide fa parte del gioco. Non sarà un addio traumatico. O forse lo sarà per quelli che insistono, a ogni sconfitta, ad attribuire le colpe al tecnico, uno che ha preso una squadra dal fondo della classifica e l’ha portata in Europa e a giocare due finali. Ma così va il mondo. Lui sogna di lasciare Firenze dopo aver alzato un trofeo. E questo è un sogno condiviso da tutti noi. 

Ogni nome fatto ha un senso. De Rossi piace da sempre a Pradè, ma non si capisce perché dovrebbe lasciare la Roma, di cui, oltre che simbolo, è allenatore. Palladino piace e il Monza sta facendo bene, così come Gilardino, che a Firenze faceva gol. La verità è che il predestinato si chiamava Aquilani. Solo che a Pisa non è che abbia brillato, quindi al momento, pare un ex predestinato".

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