Così è se mi pare… - Il puzzle più complicato che ci possa essere per Palladino

I nuovi acquisti, il cui inserimento è ancora da perfezionare… parecchio da perfezionare. Il diverso assetto tattico da imparare a memoria, come le poesie del Pascoli a scuola. La classifica da tenere d’occhio: non una partita dopo l’altra, come si usa dire, ma cercando di programmare il piazzamento finale. La scalata di Conference League, puntando alla terza finale consecutiva, il cui primo gradino è domani contro il Panathinaikos.
La Fiorentina (intesa come squadra, conduzione tecnica e società) deve fronteggiare questi quattro “adempimenti” contemporaneamente. Non c’è tempo e modo di dare la precedenza ad uno senza pregiudicarne un altro.
La difficoltà di inserire i nuovi
Conciliare i diversi obiettivi, cercando di armonizzarne il raggiungimento, è una sorta di puzzle per niente semplice. Tuttavia non inaspettato. Se a gennaio si cambiano numerosi giocatori si deve aver presente che non tutti, magari nessuno, si inserirà dall’oggi al domani. Se, contemporaneamente, si modifica lo schema tattico, non ci si può aspettare che, ammesso che sia azzeccato, dia immediatamente risultati tangibili. E se si fanno tutti questi cambiamenti, significa che erano necessari diversi correttivi rispetto a ciò che si era progettato all’inizio della stagione.
Gli obiettivi stagionali
Tutto ciò per puntare a quale risultato? Sviscerando il termine “ambizione”, spesso usato da dirigenti, allenatore e giocatori viola, cosa si ottiene? In Conference, visti i pregressi, l’ambizione non può che essere la vittoria del trofeo (anche perché darebbe il pass per l’Europa League). E in campionato? Nuovi acquisti e assetto tattico quale posizione debbono produrre? Io penso che almeno un sorpasso si debba farlo, mantenendo dietro chi è quasi arrivato a metterci il fiato sul collo.