Così è se mi pare - Chi si compra? E se cominciassimo con un buon dirigente?
“Chi si compra?”: la fatidica domanda-tormentone di ogni estate di calcio mercato è scomparsa dalle conversazioni dei tifosi viola. Almeno i tanti con i quali mi capita quotidianamente di scambiare opinioni sulla Fiorentina che sarà.
Un tempo rivelava la reale curiosità circa le operazioni di mercato, poi, col ripetersela l’un l’altro, si è trasformata in una sorta di approccio. Un surrogato di “Ciao, come va?”. Ma non in queste settimane.
Nessuno ha voglia di scherzare
Nessuno ha voglia di scherzare, riposta nel cassetto anche l’autoironia, da sempre una delle qualità che contraddistinguono i fiorentini. Le partite di precampionato, pur sapendo che non valgono più di un allenamento, sono state di una tristezza infinita. Anche se qualcuno si è esaltato per il 7-2 rifilato nientepopodimenoché al Grosseto.
Invece, anche in un recente passato, le voci di mercato erano spunto per sognare ad occhi aperti il nuovo Bati, il nuovo Baggio, il nuovo Antonio. Vabbè, forse sogni un tantino meno pretenziosi, ma pur sempre sogni. Puntualmente infranti.
Fiorentina totalmente decentrocampizzata
Questa Fiorentina totalmente decentrocampizzata, con un centravanti dai tanti interrogativi e dalle scarse certezze, dagli esterni poco fumo e ancor meno arrosto, indebolita pur di afflosciare il monte ingaggi, non può accendere l’entusiasmo dei tifosi.
Siamo al conto alla rovescia per l’inizio del campionato e la squadra non esiste ancora. La società pare aver profuso ogni energia nel tentativo di condizionare il voto a Firenze e nel ricorso al Tar per bloccare i lavori allo stadio. Altre due “finali” stavolta perse fuori dal campo.
Chi si compra? E se cominciassimo con un buon dirigente?