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Questo pomeriggio Roberto Baggio ha rilasciato una lunga intervista a Dribbling di Rai 1: al suo interno ha raccontato la sua vita dopo il calcio, tornando però anche a parlare del rigore di Usa 94. Queste le sue parole:

"Gli anni purtroppo si sentono e passano per tutti. Però bisogna avere lo spirito giusto per affrontarli. Mi sembra che il tempo stia correndo troppo veloce. Forse l'età, forse gli impegni, tutto sembra correre molto più veloce di una volta. Per fortuna ho tantissimi amici nel mondo ed ho avuto veramente tanti, tanti messaggi di grande affetto e grande amicizia, per cui sono molto felice di questo. Come ho passato i due anni di pandemia? Credo che i ragazzi, i giovani siano stati quelli che forse hanno sofferto di più. Per questo noi genitori abbiamo il dovere di stargli vicino a loro per darli i giusti stimoli per affrontare il futuro con speranza, perché ne hanno bisogno. Devono recuperare il tempo perduto e devono veramente tornare a relazionarsi con gli altri in maniera diretta e vivere un po' quello che è stata la nostra adolescenza dove si facevano tante cose insieme. Quanto mi ha aiutato la mia spirituralità? Tantissimo assolutamente. Intanto uscendo meno di casa ho avuto più tempo per dedicarmi a questo. L'ho presa come un'occasione importante per approfondire ancora di più la mia fede e rimettermi ancora di più in gioco. Ho la fortuna di essere cresciuto in una famiglia umile, come tante altre. C’era poco da divertirsi, nel senso che dovevamo inventarci noi la gioia di stare insieme, di relazionarci. Credo che quella sia stata la base della mia vita: la semplicità è stata il rifugio in cui trovare le cose che hanno valore. Cosa cambierei? La mancanza di rispetto. In quello penso che ci sia un po’ tutto, dove noi non riusciamo a rispettare gli altri per le diversità, il colore della pelle, le abitudini vuol dire che c’è una serie di cose negative che ci portano a questo. Se mio padre è sempre vicino a lei? Sì, anche se non c’è più è come se lo avessi qui accanto adesso. Credo sia stata una figura meravigliosa e unica, mi emoziono parlandone perché è meraviglioso. Perché il calcio mi annoia il calcio? Il motivo per cui non ho più quella passione? Ma no non è cosi.  Vivevo il calcio in un'altra maniera, forse sono invidioso e geloso alla fine, verso chi lo può ancora praticare e vivere e allora a volte mi allontano anche per questo. Perché vorrei poter tornare a vivere qui momenti in cui rincorrevo una palla. Cosa rimprovero della mia carriera? Una roba sola purtroppo è qualcosa che non riesco a dimenticare: il rigore fallito in quel giorno a Pasadena”.


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