​​

Sulle colonne del Corriere dello Sport-Stadio si legge il commento di Alberto Polverosi sul match d'esordio di Conference League tra Genk e Fiorentina, terminato sul 2-2. Questa una parte della sua riflessione: 

"Se Genk era la trasferta più insidiosa del girone, sul pareggio non c’è da fare troppo gli schizzinosi. La prima gara di Conference porta comunque ad alcune riflessioni. La prima è che Beltran non può giocare palla addosso, non la tiene. Ha fatto poco, pochissimo, ma la responsabilità non è stata tutta sua. La seconda è sui centimetri: se in mezzo al campo giocano Arthur e Maxime Lopez e se uno dei terzini è Parisi, quando c’è un angolo contro e dall’altra salgono giganti come McKenzie diventa dura prendergli la palla. La terza riguarda Christensen: forse era emozionato, ma i suoi tentennamenti nelle uscite hanno creato dei problemi e trasmesso insicurezze, con Terracciano non era mai successo. 

Da questa partita esce però un’idea che potrebbe trasformarsi in una linea del club. Un’idea da sostenere e incoraggiare. A Genk hanno giocato dal primo minuto tre ragazzi usciti dal settore giovanile della Fiorentina: Kayode, Sottil e Ranieri".

Christensen è alto uno e novanta, ma salta come uno dei sette nani. Ranieri bomber insuperabile, Beltran commovente. Ma alla fine la Fiorentina deve già rincorrere
Se Milenkovic… Se Nzola… Se il palo… Si poteva vincere e, alla fine, si poteva perfino perdere. Un discreto primo ...

💬 Commenti (12)