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Mattia Del Favero, portiere fiorentino della Pro Patria classe 1998 in prestito dalla Juventus, ha parlato in un'intervista a La Giovane Italia, parlando anche della sua esperienza passata nelle giovanili della Fiorentina. Queste le sue parole: “Mi ricordo l’orgoglio di raccontarlo ai miei amici e ai miei compagni di classe. Non sono mai stato un grande tifoso e negli anni questa caratteristica si è accentuata; al di fuori del calcio giocato, quindi, seguo poco. Però sai, da bambino guardavo la Fiorentina come un sogno. Era la squadra della mia città e la società più importante a cui potessi ambire. Il fatto che il mio nome fosse associato ai viola era una sensazione fantastica, che non posso dimenticare.

Ti dico una cosa che non è mai uscita da nessuna parte. Io ho giocato con la Fiorentina per 3 stagioni. Poi, a 12 anni, per diversi motivi, mi resi conto che non ero felice e che il calcio non rappresentava più quella valvola di sfogo e di divertimento che doveva essere. Andai quindi dai miei genitori, spiegai loro la situazione e dissi che preferivo lasciare la Fiorentina e concentrarmi sulla scuola. Tante volte ho letto che alla Sestese e al Prato io sarei stato animato da un “senso di rivalsa” nei confronti dei viola che mi avevano scartato, ma non è così. Per me semplicemente si chiudeva un capitolo e se ne apriva un altro.

Ora che sono cresciuto mi rendo conto di quanto il mio periodo di infelicità nell’ultimo anno alla Fiorentina probabilmente è stato brutto anche per i miei genitori. Perché da bambino ovviamente non ci pensi, ma per portarti ogni volta alle partite e agli allenamenti tuo padre e tua madre fanno dei sacrifici, mettono da parte i propri bisogni, tolgono tempo ai propri hobby e al proprio lavoro… Se poi ti vedono pure senza sorriso, pensa quanto può essere frustrante. Fortunatamente la Sestese mi fece tornare la passione che avevo perso alla Fiorentina".

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