Dalla conferenza stampa della Fiorentina dopo il termine della scorsa stagione, datata 4 giugno, sono trascorsi oltre due mesi. Indimenticabili, nonché impresse, quelle parole rassicuranti condite da promesse forti, senza per forza specificare traguardi ma garanzie di ambizione. Ebbene, davanti a constatazioni del genere l'attenzione non può che essere massima. Specie adesso, a neanche dieci giorni dall'inizio del campionato e quando il tempo non è neanche più dalla parte del club.

Cosa significa “ambizione”?

L'intransigenza del momento storico, immediatamente dopo la terza finale persa in poco più di un'anno, non permetteva interpretazioni dettate dalla vaghezza. Ma qual è il significato del termine “ambizione” per la Fiorentina? Una domanda ancora irrisolta alle porte dell'inizio della Serie A, del preliminare di Conference League, della stagione. E non è l'unica, anzi.

Tante domande lasciate lì

La lista dei ‘perché?’ è molto lunga e riguarda tanti aspetti. A cominciare dalla porta, chiedendosi qual è il futuro di Terracciano e chi potrà essere il volto nuovo tra i pali. Così come in difesa, perché non aver anticipato l'acquisto di Valentini per arricchire un reparto dove Palladino ha provato (o dovuto provare) Kayode e Biraghi braccetti al centro? Perché non è ancora arrivato quantomeno un rinforzo a centrocampo nonostante la lampante necessità fin dal 1° luglio? E i dubbi continuano anche nello specifico, ad esempio e soprattutto nell'affare Tessmann. Perché quel “Gonzalez è al 99% incedibile” se adesso il mercato della Fiorentina sembra chiuso con lucchetto senza una sua cessione? Ma soprattutto, perché il nuovo allenatore della Fiorentina naviga in un mare burrascoso di incertezze anche adesso che la trasferta a Parma è dietro l'angolo?

Un messaggio non colto

Per citare il “castello coi muri di forse”, il messaggio lanciato dai tifosi della Fiorentina all'unanimità dopo la conferenza è stato chiarissimo: mettere in pratica l'ambizione promessa, con attento controllo sul da farsi. Oggi, nel cuore di agosto, neanche rovistando a fondo si trovano risposte speranzose. Poi, il giochino dell'attesa al varco che tanto piace concede ancora tre settimane. Ma la stagione alle porte impone riflessioni. Più che mai.

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