Il mare è pieno di pesci e Italiano non può continuare a pescare così. E' il momento di far tornare il ‘buon Pietro' nel suo ruolo
Con i fallimenti nelle finali delle coppe, con conseguente mancata qualificazione all’Europa, la Fiorentina di Commisso, ancora una volta, è costretta a ripartire da zero. Senza Conference League (a meno di inaspettati ribaltoni dalla Uefa), la rosa di Vincenzo Italiano tornerà a competere in due sole competizioni. Che poi si restringono a una per gran parte della stagione. Ma c’è un ruolo che questa squadra non può più far finta di continuare a trascurare. Ed è quello del portiere.
Nelle scorse due stagioni, la Viola si è affidata ad un profilo abile sì con i piedi, ma che in tutto l’arco della propria carriera non aveva mai ricoperto un posto tanto prestigioso. E dopo aver commesso più errori che salvataggi, è arrivato il momento di dire ‘basta’ a Pietro Terracciano come primo portiere della Fiorentina. Se squadra, e soprattutto società, vogliono crescere, non possono più continuare ad affidarsi ai modesti guantoni dell’ex “numero due” dell’Empoli.
Visto anche che la nostra Serie A è piena di possibili candidati a succedere alla porta del Franchi. Da Montipò salvatosi in extremis col Verona a Carnesecchi retrocesso con la Cremo, sino a profili intriganti come quello di Caprile del Bari che ha mancato la massima serie per una manciata di secondi. Per non tornare sul pallino Vicario, sul comunque affidabile Audero in B o sulla sorpresa del Monza Di Gregorio, oltre all’ormai esperto Silvestri di Sottil. Insomma, il mare, anzi, l’oceano in questo caso, è pieno di pesci. Tocca al club sceglierne uno e correre a riva per tirarlo fuori dall’acqua.
Perché per riuscire in ciò che è mancato quest’anno, il salto di qualità, Italiano dovrà ripartire da basi solide nel reparto più farraginoso di tutta la sua rosa. Oltre al centrale da piazzare accanto a Milenkovic, la Fiorentina ha estremo bisogno di un nuovo numero uno. Anche per lasciar tornare Terracciano al ruolo che gli è sempre stato più congeniale, ossia quello dell’ottima riserva, da far scendere in campo in Coppa Italia e anche per aiutare i più giovani (vedi Martinelli e Vannucchi) a crescere a Firenze.