La rifondazione del centrocampo viola: via Amrabat per un tesoretto che Torreira non avrebbe mai potuto assicurare. E con un Jack agli sgoccioli, il 10 dovrà decidere cosa vuole fare da grande
Con la stagione volta al termine, è tempo di iniziare a pensare alla costruzione della squadra per la prossima annata. C’è un reparto, in particolare, che potrebbe subire pesanti cambiamenti. E ci stiamo riferendo a quella mediana che presto saluterà Sofyan Amrabat. L’esperienza del marocchino a Firenze è giunta al termine, dopo che nell’ultimo anno le sue prestazioni sono balzate agli occhi di tutto il mondo. Con molta probabilità, l’ex Verona dovrebbe sbarcare in Spagna, consegnando nelle mani di Commisso un tesoretto più che discreto.
Un corposo gruzzoletto che il suo predecessore, Lucas Torreira, probabilmente non avrebbe potuto assicurare. La scelta compiuta, un anno fa di questa parte dalla società, alla fine non si è rivelata poi così tragica, nonostante la Fiorentina abbia chiaramente preferito valorizzare (ergo, monetizzare) anziché dare la priorità al campo. Il passato però è passato e la cessione di Sofy permetterà a Pradè e Barone di ricostruire un centrocampo che potrebbe subire ulteriori stravolgimenti.
Alla soglia dei 34 anni, Jack Bonaventura non è certo più quel fringuello che spaziava dentro a tutte le zone offensive. Anche se le sue performance sono ancora sopra le righe, il club è consapevole del fatto che via via che passano gli anni il suo numero di gare tenderà a calare. Va detto, tuttavia, che già a gennaio la società aveva pensato al suo erede, quell’Antonin Barak riscattato prima che il Verona si ritrovasse infangato nella lotta per la salvezza. Ma la Viola dispone anche di un ‘10’ che deve ancora (ri)trovare la propria posizione nello scacchiere del tecnico recentemente riconfermato.
Dopo una stagione che si sapeva sarebbe stata di riadattamento al campo, Castrovilli è chiamato a prendere per la mano la squadra una volta per tutte. Un talento come il suo è apparso decisamente sprecato davanti alla difesa, in una linea a due, fra l’altro, ad appannaggio quasi esclusivo di Amrabat. Per Castro, dunque, il 2024 dovrà costituire l’anno della consacrazione. Restare un’ottima pedina da inserire a gara in corso, per scombussolare le linee degli avversari oppure (ri)prendersi un posto in una formazione che presto potrebbe ritornare al vecchio, classico e amato 4-3-3 di Vincenzo Italiano.