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"Non cercavamo attaccanti a gennaio, crediamo in Jovic e Cabral".  Così il ds Daniele Pradè nella conferenza stampa di un paio di giorni fa. Il riferimento all'attacco è stato inevitabile, perché i due attaccanti hanno segnato 3 gol a testa in campionato. C'è chi si lamenta che di palloni ai due ne arrivino pochi, ignorando che compito dell'arrivo della sfera è anche dell'attaccante stesso, chi ancora continua a vedere fantomatiche occasioni sprecate.

Per sprecare le occasioni però bisognerebbe arrivare a costruirle, a creare gioco, a sollecitare sotto porta il duo scelto dalla dirigenza viola. La realtà è che la Fiorentina è un caos disorganizzato, con poche idee, tanta confusione, scelte cervellotiche e contraddittorie. Ed è da questo contesto che dovrebbero arrivare le occasioni... che infatti non arrivano. Il problema della finalizzazione infatti è paradossalmente secondario, rispetto alle lacune che ci sono invece in fase di costruzione: la squadra di Italiano non è rapida, briosa e colma d'inventiva. Di fatto le chance di rendersi pericolosa falliscono già ad inizio azione, il più delle volte: ecco perché poi anche il rendimento degli attaccanti dipende in parte dal reparto centrale, impoverito e sottovalutato in estate.


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