Da Istanbul a Poznan, un andamento paradossale. E fu così che la Conference League diventò il carburante della Fiorentina
Il percorso della Fiorentina nella prima Conference League della sua storia è piuttosto particolare. Senza dubbio è in crescendo, sia per prestazioni e risultati che per prospettive e ambizioni, decisamente migliorate passo dopo passo. Con un piede e mezzo in semifinale, inoltre, la squadra viola sta costruendo il sogno di arrivare in fondo, spinta dai sempre più numerosi favori del pronostico. Eppure la Conference, in certi periodi della stagione, è stata valutata in tutt’altro modo.
Le fortissime emozioni di Enschede, nella sfida dei playoff contro il Twente, devono aver lasciato il segno… ma non facendo da carburante per la fase successiva. Tra l’abbondanza delle partite, con un triplice impegno da gestire, e la novità europea per la maggior parte del gruppo (mister compreso), il girone è piuttosto deludente, quasi uno spreco di energie. Giusto il tempo di mettere in atto una notte da incubo come Istanbul, per poi salvare la faccia e andare avanti, passando però dai secondi playoff. E sia benedetta, Braga.
La Fiorentina passa in terra portoghese in uno dei momenti più complicati di un’annata fin lì a luci spente, diretta verso un triste anonimato. Lo 0-4 rianima la squadra e cambia l’inerzia, fa l’effetto contrario: invece che togliere energie, la Conference League diventa una vetrina per mettere in mostra le proprie qualità. Avversari morbidi come Sivasspor e (per ora) Lech Poznan facilitano il compito di Italiano e i suoi ragazzi, che però sono bravi a sfruttare il tesoretto e a non inciampare negli stessi errori commessi nella prima fase, anzi. La Viola cavalca l’onda e non vacilla neanche all’aumento della competitività delle sfide: parlano anche i bookmakers, che la mettono in testa tra le favorite. E crederci, adesso, è doveroso.
Le fortissime emozioni di Enschede, nella sfida dei playoff contro il Twente, devono aver lasciato il segno… ma non facendo da carburante per la fase successiva. Tra l’abbondanza delle partite, con un triplice impegno da gestire, e la novità europea per la maggior parte del gruppo (mister compreso), il girone è piuttosto deludente, quasi uno spreco di energie. Giusto il tempo di mettere in atto una notte da incubo come Istanbul, per poi salvare la faccia e andare avanti, passando però dai secondi playoff. E sia benedetta, Braga.
La Fiorentina passa in terra portoghese in uno dei momenti più complicati di un’annata fin lì a luci spente, diretta verso un triste anonimato. Lo 0-4 rianima la squadra e cambia l’inerzia, fa l’effetto contrario: invece che togliere energie, la Conference League diventa una vetrina per mettere in mostra le proprie qualità. Avversari morbidi come Sivasspor e (per ora) Lech Poznan facilitano il compito di Italiano e i suoi ragazzi, che però sono bravi a sfruttare il tesoretto e a non inciampare negli stessi errori commessi nella prima fase, anzi. La Viola cavalca l’onda e non vacilla neanche all’aumento della competitività delle sfide: parlano anche i bookmakers, che la mettono in testa tra le favorite. E crederci, adesso, è doveroso.
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