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Le discussioni a Firenze sul progetto del nuovo Artemio Franchi continuano anche a distanza ormai di giorni da quella che è stata la proclamazione del vincitore per la realizzazione del restyling. Ovviamente in queste ultime ore si è parlato soprattutto del progetto realizzato da Arup Italia con capo progettista David Hirsch.

Sul podio, al terzo posto, si è classificato il team formato da Ipostudio Architetti + Eutropia Architettura con capo progettista l'architetto Carlo Terpolilli, uno dei soci fondatori di Ipostudio. Un'idea di stadio, la loro, da molti apprezzata, da altri discussa. Per saperne di più Fiorentinanews.com ha raggiunto Terpolilli.

Qual è l'idea di fondo del progetto che avete presentato per il nuovo Artemio Franchi?  

"Partirei intento dai vincoli che avevamo, che riguarda le presenze che doveva contenere il nuovo stadio. Si parla di 43mila presenze, tutte coperte e con tutti i comfort del caso. Un grande numero di posti per poter ospitare le finali UEFA. L'idea di fondo è quella di costruire uno stadio nello stadio. Volevamo ridare alla città uno stadio ristrutturato per poterlo usare anche nel quotidiano. Lo stadio di Nervi, una grande opera di architettura, poteva diventare un portico urbano. Quando non ci sarebbe stata la partita, avrebbe potuto ospitare un mercato per esempio. L'idea era di avere questa specie di grande vascello all'interno del Franchi, migliorandone le qualità di comfort. Volevamo anche ripristinare la quota del campo di gioco a quella originaria".



Il progetto prevede la struttura del Franchi ancora scoperta. Quale funzione avrebbe avuto nella vostra idea di stadio? 

"La nostra idea, che ritenevamo molto affascinante, era rendere le vecchie curve degli spalti per queste piazze sottostanti, senza coprirle. Sarebbero stati degli spazi per la stagione estiva o per lo sport urbano. Volevamo restituire alla città gli spazi delle curve a una dimensione si degli eventi, ma quotidiana. Come delle piazze. Volevamo anche restituire a Campo di Marte quello che gli era stato tolto. La recinzione sarebbe stata tolta e il limite dello stadio sarebbero state le dune. Senza le partite, lo stadio sarebbe stato una grande piazza".



Il vostro progetto appare più impattante a livello visivo sullo skyline di Firenze rispetto al vincitore... 

"Questo è un falso problema. Una foglia di fico che si mette in maniera ipocrita sulle questione. Se si nota bene dei progetti finalisti, cinque o sei hanno fatto quello che abbiamo fatto noi a livello di dimensioni. C'è qualcosa che non torna. Qualche dubbio viene, forse hanno capito qualcosa che a noi sfuggiva. La monumentalità è un aspetto che abbiamo ricercato per rispettare le richieste dei 43mila spettatori e per dare valore al nuovo. Se chiedevano uno stadio da 35mila posti saremo stati più bassi. Questa condizione iniziale è importante, sennò diventa tutto imparagonabile. Non abbiamo paura del moderno, Firenze è Rinascimento perché annullava il Medioevo. Se avesse perso la partita avremmo avuto Siena. Non voglio dire che non bisogna rispettare lo skyline di Firenze, ma si può osare a fare qualcosa di importante. Sarebbe stato un biglietto da visita per il mondo: sarebbe stato l'unico esempio al mondo di recupero di uno stadio nello stadio. E senza coprire Nervi. Se il problema era quello di mettere la copertura le soluzioni erano tantissime. Non bisogna avere paura del contemporaneo. Con rispetto, con umiltà, ma anche con un pizzico di incoscienza. Firenze se lo merita, anche la Fiorentina lo merita. Perché la squadra viola deve giocare in una struttura mediocre? Anche Brunelleschi ha sfidato il Medioevo".

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