Da Radu a Praga, fino alla perdita del posto. Mandragora e la Fiorentina, una storia senza colpi di scena
Quando si presentò in conferenza stampa, di lui colpirono i modi e i contenuti. Concetti ben chiari, tra cui addirittura la volontà di tornare in Nazionale, che però Rolando Mandragora non ha mai attuato in campo con la maglia della Fiorentina. A distanza di un anno e mezzo dal suo arrivo, resta difficile ricordare un momento in cui sia stato decisivo per le sorti della sua squadra.
Da Radu a Praga
Prima partita dello scorso campionato contro la Cremonese, Mandragora subentra dalla panchina e all’ultimo secondo disegna un cross che Radu trasforma nel gol vittoria della Fiorentina. Più demeriti del portiere che meriti del centrocampista, eppure al tempo parve un segnale di qualcosa di buono (un po’ come la rete di Jovic nella stessa gara). Qualcosa che poi, di fatto, non si è mai manifestato, perché Mandragora ha collezionato pochissimi picchi e tante prestazioni anonime per non dire insufficienti. Un rendimento deludente culminato con la finale di Conference League a Praga, con quel rigore in movimento fallito che avrebbe portato la Fiorentina sul 2-1 e che invece fu il preludio alla beffa targata Bowen. Un errore che, diciamolo chiaramente, i tifosi viola non gli hanno mai perdonato.
Una titolarità definitivamente persa
Conseguenza inevitabile del rendimento di Mandragora è stata, in questa stagione, la perdita definitiva del posto da titolare. La Fiorentina ha così tanti impegni che l’ex Torino il suo spazio lo trova sempre, ma è innegabile che in questo momento non parta in pole position nelle gerarchie di Italiano. Arthur non si tocca, Maxime Lopez sta crescendo e Duncan ha avuto un miglioramento esponenziale che di fatto lo ha reso il proprietario indiscusso di quella casella in mezzo al campo. Di Mandragora tutto si può dire tranne che sappia cogliere le occasioni, visto che quando scende in campo non riesce mai a lasciare il segno. Guardando solo alle ultime due partite: contro il Milan il gol clamorosamente fallito nel recupero, in Coppa Italia un primo tempo anonimo con sostituzione all’intervallo.
L’ennesimo acquisto sbagliato?
Di fronte a quanto descritto sopra, viene dunque da interrogarsi su quale sia stato il senso di un’operazione di mercato del genere. Perché in effetti, fin da quando è arrivato, Mandragora non ha mai avuto le stimmate della possibile rivelazione. Piuttosto di un giocatore con un buon potenziale ma che poi è sempre rimasto lì, in quel limbo sospeso tra un’ormai affermata permanenza in Serie A e un salto di qualità che probabilmente non arriverà mai. Un innesto che aggiunge poco e che, visto anche quanto è stato pagato, se non inverte la rotta rischia di rientrare a pieno titolo nella lunga lista degli acquisti sbagliati negli ultimi anni.