Come ti reinvesto la grande plusvalenza: la filosofia della toppa della Fiorentina contro quella del doppio centravanti
Il problema annoso della Fiorentina resta l'attacco, sembra un paradosso considerati i malumori che scatena la difesa viola ma la realtà è che dal gennaio 2022 Italiano non ha ancora ritrovato un suo bomber di riferimento. Ci hanno provato in 3: prima Piatek, poi l'ambientante Cabral e infine il riattivante Jovic. Questi ultimi si sono divisi poi la maglia, condividendo pochissimi minuti in campo, e creando una spaccatura talmente a metà dell'opinione pubblica da necessitare di ballottaggio plurimo per determinare quale dei due candidati debba avere la meglio.
La filosofia della Fiorentina dopo la cessione di Vlahovic d'altronde, è stata quella della toppa, della speranza nella grossa scoperta/esplosione e della diluizione della grossa plusvalenza. Davanti infatti i tre su citati sono arrivati per complessivi 15 milioni di euro: un "affare" da grandi auto-pacche sulla spalla da parte di dirigenza e proprietà. A livello economico senza dubbio, peccato che in un anno e mezzo abbiano portato 19 gol in campionato che superano appena i 17 che Vlahovic segnò da solo in quel clamoroso girone d'andata 21/22.
Se ne risentiranno i più sensibili, con tendenza al sotterramento del collo sotto il livello del terreno, ma per parlare di esempi concreti tocca citare ancora una volta l'Atalanta, che in questi giorni ha ceduto Hojlund per 85 milioni e ne ha spesi 58 tra Bilal Touré e Scamacca. Farà la finale di Conference il club bergamasco? No, perché non la disputa e forse neanche quella di Europa League e di Coppa Italia. Ma la strategia di base le permette di mettere in rosa due profili in rampa di lancio, che potranno anche non rendere al top o non farlo da subito ma il messaggio trasmesso è ben diverso.
E c'è un altro fattore: le tempistiche. L'Atalanta si sta muovendo in un calciomercato molto più lungo e non a metà di una stagione, ovvero il momento ideale per imbastire operazioni di questa portata. La Fiorentina optò per la cessione immediata anche perché a Vlahovic mancava un anno e mezzo di contratto e il rischio terribile era una svalutazione nei 6 mesi successivi. Questione di esigenze e di filosofie: da un lato quella unicamente economica ("Saremmo stati rovinati senza la cessione di Vlahovic" ebbe a dire il presidente Commisso), dall'altro quella anche sportiva, che poi potrà fallire sul rendimento dei profili scelti, ma sempre di filosofia sportiva si tratterà (e che in ogni caso non porterà l'Atalanta alla rovina).