E' chiaro, c'è ancora da fare. Forse più da lavorare. La Fiorentina vista a Parma non ha fatto esaltare nessuno, e se non fosse stato per il coniglio dal cilindro di Biraghi, ora saremmo a parlare di una - meritata - sconfitta. Palladino ovviamente non è Italiano, nel senso letterale del termine. E' un altro allenatore, con altre idee e altre vocazioni. Preferisce stare a tre dietro, non portare necessariamente un regista in mezzo al campo e si gioca tanto di ripartenza e in velocità.

La difesa non ha difeso e il centrocampo non ha 'campato

Poi ci sono stati gli errori individuali. Pongracic ha subito fatto rimpiangere Milenkovic, Quarta deve ancora capire che adesso è lui il nuovo leader della difesa, per non parlare degli almeno tre grossolani errori in fase di impostazione di Amrabat. Dodo si è lasciato andare a qualche elastico di troppo, ma non è sicuramente lui il problema del pari modesto del Tardini. Che poi, a qualcuno può anche andare bene un punto in questa trasferta, però allora chiariamo subito l'obiettivo. Conference? O un passettino in più?

“Difendere beniNO, attaccare e basta?”

Il potenziale offensivo Palladino ce lo ha tutto. Kean non è un goleador, ma la porta la può trovare spesso; Colpani a Parma ha fallito un “bove”, ma se si trovava in quella zolla di terreno in quel momento, significa che sa cosa deve fare; Gudmundsson - sperando non ci vogliano settimane per averlo in condizione - dovrebbe essere il tassello da novanta dell'attacco. Dunque, tutto fa pensare che anche quest'anno la difesa verrà sacrificata, anche nell'idea tattica del nuovo mister. Però, attenzione a non tirare troppo la corda, Terracciano a Parma ha fatto almeno due interventi non da Terracciano. Per non parlare dei piedi stonati di Cyprien…

Aspettando la NUOVA Viola

Ci vorrà del tempo, forse questa stagione davvero tanto, prima di vedere una NUOVA Fiorentina. Perché d'altronde è questo ciò che si chiedeva dopo tre anni di alti e bassi. Ma attenzione ancora, perché con Italiano gli alti erano stati decisamente superiori ai bassi. L'obiettivo è vincere la Coppa? Lo capiremo forse alla fine del mercato, tanto carino davanti quanto spregiudicato dietro. Palladino è stato costretto a cominciare da un 2005 e poi ha finito con la linea Kayode-Amrabat-Biraghi. Al Viola Park, ci saranno sempre tutti a disposizione, ma ciò che conta è il campo. E le prime sensazioni - di gioco, ripeto, esclusivamente, di trame di gioco - sono state sporadiche e confusionarie. Giovedì un non-avversario per gonfiare la rete anche su azione. Kean ne ha bisogno.

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