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La nuova stagione calcistica è ormai alle porte. Manca soltanto una manciata di ore all'inizio della Serie A 2022/2023 e, di conseguenza, anche all'esordio stagionale della Fiorentina, che ospiterà la Cremonese al Franchi domenica 14 agosto alle 18:30. La Viola ha da poco concluso la fase di preparazione, svoltasi nel consueto ritiro di Moena e tra i campi da gioco dell'Austria, senza dimenticare l'amichevole contro il Betis a Siviglia. Il precampionato è riassumibile in due fasi: una fatta di grande entusiasmo, con l'arrivo dei nuovi acquisti, e una seconda meno esaltante, ma dove si sono viste le prime uscite di livello. Proprio da queste partite, è possibile individuare i maggiori punti di forza della squadra, combinati a fattori da migliorare al più presto.

Vincenzo Italiano

E chi, se non lui. Se esiste una certezza per la Fiorentina, è indubbiamente il suo allenatore. Vincenzo Italiano ha scelto di rinnovare e di legarsi a Firenze fino al 2025. Dalle tribune del Franchi, i tifosi viola continueranno a vedere il siciliano natio di Karlsruhe in panchina e la sua filosofia in campo. “Difendere bene, attaccare benissimo”: con i doverosi incidenti di percorso di mezzo, questo mantra (pronunciato nella conferenza stampa di presentazione) è stato rispettato in piena regola.
Velocità e lucidità

L'aggressività, l'immediatezza nel recupero del possesso, la rapidità nella manovra... I concetti base del gioco di Italiano sono ormai diventati tratti caratteristici universali della tanto brillante Fiorentina che è tornata in Europa dopo cinque stagioni. È una squadra veloce, non tanto negli scatti e nella corsa (dove comunque qualche interprete non sfigura per niente), quanto nell'esecuzione e nel primo pressing. Dell'ultima stagione viola, rimane anche il ricordo di ragazzi lucidi e concentrati, mai suggestionati più di tanto dagli eventi a partita in corso: ne è un esempio l'andata contro il Sassuolo, da 0-2 a 2-2, ma anche le vittorie contro Milan e Napoli. Semmai, la controprova sta in partite come lo 0-4 contro l'Udinese o il 4-1 nella Genova blucerchiata.
I gol, fatti e subiti

La Fiorentina ha concluso la Serie A 2021/2022 con 51 reti subite (circa 1.34 a partita). Non sono pochi gol, ma al tempo stesso la media non è così malvagia. Da considerare anche il fatto che, tra Torino, Udinese e Sampdoria, sono state subite dodici reti in sole tre partite. Un altro dato che evidenzia un grave difetto: se c'è concentrazione, la Fiorentina dà il massimo per tutti i 90 minuti, ma a volte la squadra non è proprio scesa in campo. Non ci sono mezze misure, insomma. Per quanto riguarda le reti segnate, invece, 1.55 gol a partita (59 reti in 38 uscite) sono un buon bottino. Prima dell'addio di Vlahovic, tuttavia, la media gol era circa 1.86 a partita, mentre dopo si è trasformata in appena 1.12 a partita. La media punti è pressoché la stessa, quindi è stato trovato un equilibrio diverso (il dato dei gol subiti, infatti, viaggia inversamente), ma l'abbondanza di reti manca ormai da tempo.
La poca concretezza

L'ultimo dato si collega strettamente alla mancanza di “consistenza” offensiva (se così si può definire). Luka Jovic può essere la chiave per aumentare le reti segnate, ma pochi altri interpreti seguono la fase di spinta intorno a lui. Nico González ha dato il suo contributo con 8 reti stagionali, arrivate soprattutto nel finale; ci si può aspettare uno step in più, così come da Sottil, che è mancato anche a livello di numeri. Ikoné e Saponara, per quanto la loro tecnica sia indiscutibile, sono giocatori che hanno meno gol nelle gambe e che non hanno l'indole di “divorarsi la porta”. A centrocampo, la Fiorentina ha perso un'arma come Torreira, che ha dato manforte anche in fase realizzativa. Sarà da ritrovare in certezze come Bonaventura o in novità come Mandragora... e chissà, magari un nuovo nome. Perché il centrocampo è un reparto che ha ancora bisogno di aiuto dal mercato.

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